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Montegiorgio ha ottenuto l’Istituto Agrario

Montegiorgio ha ottenuto l’Istituto Agrario. Questo ha deciso la regione Marche approvando il piano provinciale di razionalizzazione delle scuole. La “capitale” della media valle del Tenna non avrà però la presidenza, che farà invece capo all’Istituto Industriale Montani di Fermo. Ci saranno invece la sede operativa e i laboratori. Due aule sono state individuate all’interno dell’attuale liceo scientifico (presidenza a Porto Sant’Elpidio). I laboratori verranno realizzati nell’edificio “ex falegnameria Alessandrini”, situato a pochi passi dalla scuola. Sono 750 metri quadrati di superficie che verranno posti a disposizione dalla proprietà, che in questo caso è il Comune di Montegorgio. I lavori d’adattamento e sistemazione resteranno invece a carico della Provincia di Fermo.
Nello spazio tra il liceo scientifico e i laboratori sorgeranno un orto botanico e varie piantagioni. Non solo, il Comune ha già trovato un accordo, che a breve diventerà convenzione, con due aziende agricole operanti in periferia. Si tratta di un’impresa florivivaistica, con annesso oliveto, e di una vitivinicola. Entrambe usano sistemi di coltivazione all’avanguardia. Saranno i luoghi idonei dove gli studenti potranno sperimentare i metodi appresi sui banchi. L’Istituto agrario potrà iniziare le lezioni già a settembre di quest’anno. La condizione è che almeno 27 studenti s’iscrivano entro il 12 febbraio prossimo. L’amministrazione guidata dal sindaco Armando Benedetti ha manifestato tutta la sua soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo portato avanti con decisione. Sulla nuova scuola potranno convergere gli studenti di un ampio territorio che da sempre gravita su Montegiorgio. Da secoli la vocazione di Montegiorgio è stata agricola. Solo da una quarantina d’anni si è registrata, specie alle Piane, una nuova presenza di carattere industriale, iniziata di fatto con la Metaltex. Il comparto agricolo rimane comunque un settore vitale dell'economia locale. (da http://www.informazione.tv)

ADOTTIAMO VIALE COLOMBO E……LE SUE PALME

Adottiamo Viale Colombo e ….. le sue palme”. È questo il titolo di un’iniziativa che è anche l’impegno assunto da parte dei florovivaisti aderenti a Marcheflor della Cia – Confederazione Italiana Agricoltori. I florovivaisti di Grottammare, infatti, chiedono all’amministrazione comunale di poter sostituire a proprie spese le palme che verranno abbattute a seguito dell’azione del Punteruolo rosso lungo la caratteristica Viale Colombo. Il lungomare della Perla dell’Adriatico rischia, proprio a causa del Punteruolo Rosso, di cambiare fisionomia già in occasione della prossima stagione estiva. Attraverso un’azione mirata e concreta i florovivaisti della cittadina marchigiana voglio attuare un preciso piano di intervento per far rimanere inalterato il patrimonio palmizio in uno degli angoli più belli e caratteristici di Grottammare. “Il distretto florovivaistico di Grottammare – ha detto il presidente di Marcheflor Giuseppe Santori – è conosciuto in tutto il mondo. Proprio a Grottammare di concentrano tantissime aziende che danno lavoro a diverse centinaia di addetti sia diretti che indiretti. Una delle piante che caratterizza la nostra produzione è la palma e quindi non possiamo pregiudicare l’immagine delle nostre aziende e di conseguenza del territorio nel quale operiamo a causa del Punteruolo Rosso, ma soprattutto della Paysandisia Archon che ha bloccato di fatto la commercializzazione delle palme prodotte nel Piceno a causa di una opinabile norma di un ente regionabile. Per questo motivo offriamo la nostra disponibilità all’amministrazione comunale di sostituire le piante malate di Viale Colombo con nuove palme che provvederemo  noi a piantare”. “Con questa azione – ha aggiunto Massimo Sandroni presidente della Cia Confederazione Italiana Agricoltori delle province di Ascoli e Fermo – intendiamo sensibilizzare le istituzioni anche sulla realtà in cui versa il florovivaismo del distretto grottammarese uno dei più importanti in Italia e in Europa. Ad esempio gli operatori del settore non possono commercializzare alcune produzioni a seguito di un’interpretazione  di una Legge Regionale. Mi riferisco alla norma ”  Il Polo Florovivaistico di Grottammare è ormai da tempo una consolidata realtà del panorama nazionale e internazionale che opera da anni a partire dal proprio territorio contribuendo notevolmente al suo sviluppo economico, sociale e turistico. Proprio l’amore per le proprie radici, il senso di appartenenza ad un tessuto sociale forte hanno spinto il polo florovivaistico a scendere in campo nell’attuale lotta al punteruolo rosso. Tesi condivise da parte del sindaco di Grottammare Luigi Merli che ha accolto favorevolmente l’impegno di “adozione” di Viale Colombo consapevole che è un ulteriore atto d’amore verso la propria città e il proprio territorio che tanto ha dato ai florovivaisti,  ma a cui loro non hanno mai negato nulla.

 
Articolo "Rivieraoggi" 
Articolo Corriere Adriatico
 

Auguri di buon Natale e felice 2011

Cari associati, nell'augurare a tutti un buon Natale e un felice 2010 vorrei riportare una notizia apparsa sul Sole 24 Ore in questi giorni;

... In India si usa dire che non  sarai mai davvero povero finché potrai permetterti un tozzo di pane e una cipolla. Per molti l'acquisto di questo umile bulbo - che tra l'altro costituisce la base di innumerevoli ricette indiane - è improvvisamente diventato un lusso: nel giro di una settimana, a causa del maltempo che ha rovinato i raccolti, il prezzo di un chilo di cipolle è raddoppiato, arrivando fino a 70 rupie, circa 1,20 euro. Una cifra che può essere insostenibile in un paese in cui 420 milioni di persone - un quarto della popolazione - vivono sotto la soglia di povertà. Per il caro-cipolla si può morire di fame. La gente lo sa. E lo sa anche il governo... 

Fa forse sorridere che una delle più forti economie emergenti, vada in crisi per la mancanza di un bene alimentare come la cipolla, ma tale evento   mette in luce tutta la fragilità delle politiche economiche e sociali e agricole che contraddistinguono gli ultimi decenni. Fa  riflettere ciò che accade nel mondo globalizzato, dove   vediamo un globo con due facce, uno che è in affanno per una crescita che non c'è più e un altro che invece è  in crisi perché non riesce a produrre  quanto serve. Vorrei  a tal proposito commentare quello che succede nel nostro mondo globalizzato con il pensiero espresso da  Maria Osmarina Marina Silva Vaz de Lima (1958), membro del Partito Verde Brasiliano e candidata alla presidenza della repubblica nelle elezioni presidenziali del 2010, la quale afferma:  << ……. Certo, tutto quello che si può fare a beneficio dei poveri è benvenuto, ma è necessario porre in discussione la profondità e la portata delle azioni meramente compensatorie perché si annida, in esse, un substrato preoccupante: la tacita accettazione che la povertà sia un evento "normale" nella società competitiva, sempre che sia mantenuto sotto controllo, per motivi di sicurezza spesso mescolati ad un sentimento umanitario. La tendenza alla cristallizzazione di questa logica è chiara nel mondo attuale, nel momento in cui la velocità e l'ampiezza della circolazione delle informazioni sono servite fino ad ora (anche) per permettere la visualizzazione della povertà come un fenomeno planetario scandaloso generatore di due mondi. Il mondo degli inclusi nel benessere della globalizzzione e quello degli esclusi, che compongono permanentemente la categoria di "problema sociale", ossia una specie di sub-umanità. Quando si discute la povertà, si deve quindi far riferimento a questa terribile e inaccettabile razionalità, che rivela la spaventosa fossa tra etica ed economia. È come se le ragioni economiche dovessero orientare i nostri valori e il nostro senso di umanità, e non il contrario…>>

Concludo condividendo pienamente che "non c'è nessun motivo perché globalizzazione significhi necessariamente una separazione di mondi di tal genere, incompatibilità con una economia orientata da valori umani. L'approccio etico, e non meramente strumentale, dell'economia è oggi la nostra grande sfida. Forse è il segreto per disfare il nodo che strangola gli sforzi per combattere le situazioni di povertà nel mondo,  dal momento che metterà in evidenza la brutale, disumana incoerenza tra intenzioni e azioni di coloro che, dall'alto del loro potere, come in un estemporaneo circo romano, determinano "per motivi economici", chi deve sopravvivere e chi deve morire.

Un augurio di cuore

Il presidente provinciale Massimo Sandroni

 

Evento “Gioielli della Terra Picena”

Al via la  manifestazione   “Gioielli della Terra Picena”,  evento che propone al visitatore la scoperta delle prelibatezze del territorio e che prenderà il via ad Ascoli Piceno, domani  domenica 5 dicembre, alle 9.30 in Piazza del Popolo. L’evento, organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia, è strutturato in una mostra/mercato, seminari tecnico/informativi, laboratori di conoscenza dei prodotti, percorsi polisensoriali.

Nel salotto buono della città saranno allestite strutture in legno che ospiteranno i produttori locali disegnando un piccolo villaggio “del gusto”con le sue piazze, ognuna dedicata ad un prodotto in particolare: la piazzetta della mela Rosa, del tartufo, dei prodotti del bosco, delle olive e dell’olio, del vino. Cinque spazi arredati con elementi verdi evocativi del prodotto e della sua “cultura”, in cui i visitatori saranno accompagnati dagli studenti-guide del Giardino Botanico Didattico dell’Istituto Tecnico Agrario “ Celso Ulpiani” di Ascoli Piceno alla scoperta dei preziosi “gioielli” ed accolti da Hostess e Stewart d’eccezione i ragazzi dell’Istituto professionale alberghiero di stato di San Benedetto del Tronto.
Gli ospiti potranno anche “assaporare con gli occhi” i luoghi in cui tanta varietà nasce grazie a “La terra del cuore”, raccolta di scatti di Gabriele Viviani, esposti nel villaggio in un percorso visivo emozionale che documenta le caratteristiche “forme” del piceno, “modellate” nei secoli dal sapiente lavoro degli agricoltori.
Altro punto focale della manifestazione sarà Palazzo dei Capitani, dove si svolgeranno seminari a tema per entrare nel “cuore” dei prodotti, leggendone le particolarità in una valorizzazione sostenibile legata alla promozione del territorio. Nell’ambito dei convegni il giorno 8 Dicembre interverrà al seminario  “Commercializzazione e promozione del vino:quali strategie?” -  Domenico Mastrogiovanni del dipartimento agroalimentare e territorio CIA e  membro del Comitato Vini Nazionale.

Crisi del florovivaismo piceno

Il presidente della Cia di Ascoli Piceno e Fermo condivide la interrogazione formulata dal consigliere  provinciale del Pd, Luigi Travaglini, al presidente Piero Celani ed al presidente del consiglio, Armando Falcioni, per sapere quali iniziative la Provincia intende adottare a favore del vivaismo. Settore in crisi a causa della diminuizione della richiesta di piante ornamentali sul territorio nazionale. Il florivivaismo conta nel territorio circa 620 aziende e più di duemila lavoratori ed è necessario sostenerlo con azioni di promozione della produzione locale. Inoltre vanno finanziati piani di ricerca per ridurre i patogeni delle Palme quali il Punteruolo rosso e la Paesandisia. La CIA si sta facendo portavoce presso il ministro delle politiche agricole affinchè venga finanziato un progetto di filiera per questo territorio che permetta di finanziare misure atte a salvaguardare gli interessi dei florovivaisti piceni.

 

 

Articolo "Resto del Carlino"

  1. Le OO.PP. agricole incontrano i parlamentari marchigiani
  2. Partecipazione alla fiera EIMA 2010 di Bologna
  3. Il futuro dei cereali nelle Marche
  4. L’agricoltura marchigiana per uno nuovo modello di sviluppo

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