Programma marche per far conoscere comparto mense bio, rafforzamento gas, cattedra ambulante e orto scuole
Presentato oggi in Regione il programma 'Conoscere il biologico nelle Marche', una serie di azioni che saranno realizzate da qui a tutto il 2012 a favore del comparto. La Regione Marche, aderendo con un proprio progetto al Piano di azione nazionale, interviene con quattro azioni per favorire conoscenza, crescita, capacita' di relazione tra produttore e consumatore. "E' necessario fare qualita', certificarla, comunicarla al meglio mettendo in evidenza anche tl nome della nostra regione - ha dichiarato l'assessore Paolo Petrini Questo e' un elemento importante e strategico che produce valore aggiunto per tutto il territorio offrendo un quadro coerente tra la 'promessa' delle Marche proposta nelle campagne di comunicazione e il sostegno che siamo capaci di dare ai prodotti d'eccellenza e biologici regionali".
La Giunta regionale ha approvato il regolamento per la caccia al cinghiale.
La Giunta regionale ha approvato il regolamento per la caccia al cinghiale. Il testo disciplina la gestione degli ungulati sul territorio regionale, prevedendo norme specifiche anche per i cervidi. L’approvazione è avvenuta martedì 12 luglio a margine della seduta dell’Assemblea legislativa che ha votato la nuova legge regionale sulla caccia che riforma la precedente del 1995.
“Il regolamento – anticipa il vice presidente Paolo Petrini – disciplina il prelievo degli ungulati, in particolare del cinghiale, con l’obiettivo di contenere la crescita della popolazione animale e di ridurre i danni causati all’agricoltura, salvaguardando l’incolumità della popolazione. Le disposizioni adottate rafforzano gli strumenti di prevenzione e controllo introdotto con la nuova legge sulla caccia, consentendo una gestione del fenomeno con strumenti operativi più efficaci”.
Petrini evidenzia come il provvedimento rappresenti “una risposta forte e tempestiva alle preoccupazioni degli agricoltori per contenere i danni sempre più rilevanti causati dagli animali. Una situazione che non può più essere definita di emergenza, ma che è purtroppo divenuta un quotidianità che va superata con decisione. il regolamento si pone proprio come uno strumento operativo efficace per risolvere a monte il problema, contenendo la proliferazione dei cinghiali, responsabili dei maggiori danni all’agricoltura e causa di numerosi incidenti stradali”. Il regolamento mira a mantenere una consistenza e una densità degli ungulati compatibile con la produzione agricola e con l’ambiente, a tutela della biodiversità e della sostenibilità dell’agricoltura, valorizzando il ruolo degli Ambiti territoriali di caccia (Atc).
Ad essi vengono riconosciuti importanti funzioni operative e programmatorie, come la pianificazione territoriale, la ripartizione dei distretti e delle unità di gestione, l’accesso al prelievo. Inoltre il regolamento punta a salvaguardare le condizioni sanitarie del settore zootecnico (contrastando la trasmissione delle malattie infettive tra ungulati selvatici e domestici), ad attivare misure preventive per la tutela della sicurezza delle persone e delle produzioni agricole, contribuire alla conoscenza della diffusione degli ungulati (sulla base delle metodologie indicate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - Ispra). Il regolamento definisce, poi, le modalità di caccia di selezione e di prelievo in forma selettiva negli Atc e nelle aziende faunistico venatorie. L’abbattimento potrà essere effettuato valutando la capacità ricettiva dei vari ambienti, conoscendo la reale consistenza e struttura dei popolamenti, attraverso una distribuzione programmata della pressione venatoria e con piani di prelievo determinati per specie, sesso e classi di età, attivando un controllo sanitario e statistico di tutti i capi abbattuti. Infine la Regione definirà programmi operativi con le Regioni confinanti per una gestione comune degli ungulati.
È sempre vietata l’immissione di cinghiali in campo aperto. La pianificazione territoriale ammette la presenza di cinque capi per cento ettari nelle zone con seminativi inferiori al 40 per cento, due capi/100 ettari con seminativi compresi tra il 40 e il 70 per cento, nessun capo nelle zone con seminativi superiori al 70 per cento. (da Regione Marche)
Comunicato Stampa (Resto del Carlino - Corriere Adriatico)
Cia provinciale e Ottavio Sgariglia Dalmonte insieme per lo sviluppo del territorio
È stato siglato il 14 Luglio 2011 un protocollo d'intesa tra la Cia – Confederazione italiana agricoltori provinciale di Ascoli e Fermo e la Osd - Ottavio Sgariglia Dalmonte società strumentale della Fondazione Ottavio Sgariglia Dalmonte. La Cia e la OSD si impegnano a lavorare insieme per promuovere la nascita e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali del territorio attraverso l’accesso al credito di imprese ed imprenditori di fatto meritevoli ma che, a causa delle strette regole bancarie, non possono beneficiare degli strumenti di finanza tradizionale. La Cia provinciale e la Osd attraverso questo accordo collaboreranno nella possibile realizzazione di meccanismi di valutazione chiari e trasparenti che premiano di fatto le iniziative virtuose non esclusivamente sulla base di parametri prettamente quantificabili. “Ci impegneremo – hanno dichiarato Massimo Sandroni presidente della Cia di Ascoli Piceno e Fermo e Vladimiro Fratini presidente della Osd - a fissare almeno un incontro annuale nel corso di assemblee, corsi di formazione e seminari alla presenza degli iscritti della Cia al fine di promuovere le opportunità offerte dalla Osd alle imprese del territorio. Tale appuntamento, sarà inoltre occasione di confronto utile a migliorare l’efficacia degli strumenti offerti dalla Società”.
La Cia provinciale, attraverso questo accordo, si impegna a veicolare fra i propri associati eventuali informazioni ed opportunità offerte dalla Osd; a facilitare i contatti tra la Società e i soggetti potenzialmente beneficiari; a dare supporto nella creazione del business plan e nelle attività fiscali e contabili di base. Al contempo la Osd definisce i caratteri generali dell’attività che realizza sul territorio con particolare riferimento ai confini territoriali di operatività, il limite massimo di credito concedibile ed i prodotti finanziari offerti; si impegna a monitorare gratuitamente ogni credito erogato dandone prova alla Cia di Ascoli Piceno e Fermo, ovvero al responsabile che ha redatto il piano d’investimento con modalità tecniche definite in seguito e ad organizzare una procedura tecnica affinché la Cia possa inviare con facilità e chiarezza tutti i documenti necessari per la richiesta di finanziamento alla Osd. Come previsto dallo Statuto Sociale della Osd l’iniziativa imprenditoriale deve essere svolta nei seguenti trentotto comuni: Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Amandola, Offida, Acquasanta Terme, Acquaviva Picena, Appignano del Tronto, Arquata del Tronto, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Comunanza, Cossignano, Cupra Marittima, Folignano, Force, Grottammare, Maltignano, Massignano, Monsampolo del Tronto, Montalto Marche, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montegallo, Montelparo, Montemonaco, Monteprandone, Palmiano, Ripatransone, Roccafluvione, Rotella, S. Vittoria in Matenano, Servigliano, Smerillo, Spinetoli, Venarotta.
Tipicita vetrina dell'intera regione
Tipicita Estate, la galleria delle Marche eccellenti, per la sua decima edizione sceglie di nuovo la splendida location delle Piccole cisterne romane in pieno centro cittadino. Ma cosa accadra per l'edizione di Marzo di Tipicita? L'iniziativa diretta da Angelo Serri e ormai diventata un format clonato da molti ed ha valicato i confini nazionali facendosi ambasciatrice nel mondo del solo Fermano prima, delle Marche poi. La ventesima edizione della manifestazione primaverile forse sara l'ultima che si terra a Fermo? Sembrerebbe di si. Probabilmente la carenza cronica di un polo fieristico cittadino adeguato mette in discussione la realizzazione di un'iniziativa cosi importante nel territorio.
Caccia: passa nuova legge marche con voto trasversale
Approvata la nuova legge sulla caccia da parte dell'Assemblea legislativa delle Marche. Per i relatori di maggioranza Fabio badiali (Pd) e dell'opposozione Elisabetta Foschi (Pdl) si tratta di "una legge equilibrata" che tiene contro delle esigenze del mondo agricolo, dei cacciatori e degli ambientalisti. II testo prevede varie novita' a partire da una diversa distribuzione delle funzioni tra i soggetti interessati: alla Regione pianificazione, indirizzo e controllo, alle Province protezione della fauna e pianificazione e gestione territoriale nonche' controllo della gestione della fauna affidata per la prima volta agli Atc. Altre novita' riguardano l'approvazione da parte dell'Assemblea legislativa dei calendari venatori, che acquistano cosi' lo status di legge regionale, con maggiori difficolta' di impugnazione e l'istituzione di un Osservatorio faunistico regionale. Prevista anche una nuova ripartizione della superficie ai fini della pianificazione faunistico venatoria, oltre alla redazione di piani pluriennali da parte degli Atc, che dovranno anche provvedere al risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole in tutti i territorio tranne che nelle Oasi di protezione, con un unico revisore di spesa per ogni ambito. Le Province provvedono ad istituire le Oasi di protezione, le Zone di Ripopolamento e Cattura, i centri pubblici di riproduzione fauna selvatica.
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