Per arrivare a "nutrire il pianeta" di fronte agli scenari del cambiamento, alla competizione globale e alle sfide del futuro, la soluzione "non è un mondo senza agricoltori, un'agricoltura consegnata alle multinazionali alimentari, alle società finanziarie e ai fondi di investimento, ma un mondo con agricolture 'plurali' e con agricoltori più protagonisti, in grado di innescare processi più integrati con l'ambiente, il turismo, la cultura, il welfare, tra città e campagna, tra produttori e consumatori". Con queste parole il presidente della Cia Dino Scanavino ha presentato, il 15 aprile a Roma nella Sala degli Atti parlamentari alla Biblioteca del Senato, "Il territorio come destino", il documento di sintesi del ciclo di iniziative che l'organizzazione ha portato avanti negli ultimi mesi quale contributo degli agricoltori italiani alla "Carta di Milano", la Dichiarazione Finale di Expo 2015. Da Mantova a Bologna, da Napoli a Firenze, da Campobasso a Urbino, passando per Fontanafredda, Gallipoli e Orvieto, la Cia chiude così il ciclo di incontri sul tema con un manifesto "di idee" per la costruzione di un modello economico, sociale e produttivo sostenibile: usare meno risorse per produrre di più con il supporto di ricerca e innovazione; accostare alle filiere dei grandi numeri reti "a maglie strette" adattate ai territori; rovesciare il rapporto città-campagna assumendo una dimensione "multideale" in cui, al di là dei prodotti alimentari e dei servizi materiali e immateriali, si afferma la centralità e il contributo dei valori agricoli per costruire un diverso modello di sviluppo, di società, di relazione tra i cittadini. "Non esiste un futuro senza agricoltura -ha concluso Scanavino-. Di fronte alle sfide che ci attendono, risulta determinante il valore aggiunto del settore primario, che innesca processi sempre più integrati con l'ambiente, il turismo, la cultura, il welfare".
Dopo la mobilitazione di Agrinsieme, con migliaia di agricoltori che hanno manifestato a Roma e sul territorio nazionale per protestare contro l'Imu agricola, si aprono spiragli per una definizione del problema. Così il presidente della Cia Dino Scanavino ha commentato le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha definito l'imposta sui terreni agricoli "una sciocchezza". Questa assunzione di responsabilità lascia intravedere la possibilità di un cambio di passo, seppur timido, ha spiegato Scanavino. "Certamente le dichiarazioni non ci soddisfano e non sono garanzia di un'inversione di rotta. Adesso è urgente sospendere l'Imu e trovare in tempi rapidi una soluzione strutturale e definitiva al problema. I redditi agricoli continuano a essere in sofferenza, anche per effetto di una congiuntura economica difficile -ha continuato il presidente della Cia-. Per queste ragioni, se la partita è aperta, e lo stesso ministro Martina dopo le dichiarazioni del premier si è detto disposto ad aprire uno spazio vero di lavoro, ora bisogna accelerare. È giunto il momento di passare a fatti e risultati concreti".
Oggi a Montecitorio una delegazione dell'Associazione nazionale pensionati delle Marche composta da 35 anziani e guidata da Franco Fiori ha illustrato l'iniziativa ai parlamentari: "Già raccolte 100 mila firme su tutto il territorio nazionale. Garantire una vita dignitosa agli anziani, soprattutto nelle aree rurali dove ci sono le situazioni più difficili. La questione diventi priorità per l'azione di Governo". Il presidente della commissione Agricoltura Luca Sani: "Possibile estensione del bonus di 80 euro nella prossima legge di Stabilità". Necessario aumentare le pensioni minime. Per chiedere un intervento del Governo in questa direzione oggi una delegazione dell'Anp-Cia, guidata da Alberto Giombetti e dal presidente dell'Associazione pensionati delle Marche Franco Fiori, ha presentato la sua petizione sul tema a Montecitorio. A riceverli il presidente della commissione Agricoltura della Camera Luca Sani ed Emanuele Lodolini della commissione Finanze. La raccolta delle firme -hanno spiegato Anp e Cia- è partita nel maggio scorso su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di sensibilizzare opinione pubblica, istituzioni e partiti, e sono state raccolte già oltre 100 mila adesioni per chiedere all'esecutivo: l'aumento delle pensioni minime; l'estensione del bonus di 80 euro ai pensionati al di sotto dei mille euro mensili (oltre l'80% dei pensionati iscritti all'Anp ha una pensione che oscilla da un minimo di 502 a 1.000 euro mensili); l'ampliamento delle aree esenti da tasse; una sanità pubblica più efficiente con la medicina integrata, anche per chi vive nelle zone rurali; interventi per la non-autosufficienza. "Un'iniziativa nata -hanno evidenziato Giombetti e Fiori- per richiamare le istituzioni e le forze politiche su un tema centrale per la sostenibilità del tessuto sociale del Paese. C'è da garantire una vita dignitosa a milioni di anziani, che hanno lavorato per far crescere l'Italia e ora si trovano costretti a vivere nel più profondo disagio. Per questo si è ritenuto di non scendere in piazza, ma di aprire un confronto costruttivo sulla situazione precaria nella quale tanti pensionati oggi sono costretti a vivere (agricoltori, ex mezzadri, ex contadini, ex coloni, braccianti). Donne e uomini che, dopo una vita di lavoro nei campi, percepiscono una pensione che non supera i 500 euro mensili". "La vostra proposta è legittima e per noi una priorità", ha dichiarato l'onorevole Luca Sani accogliendo le istanze dell'Anp-Cia. "Sono fiducioso, ricordando quanto già è stato fatto dal governo dal Salva Italia a oggi -ha aggiunto il presidente della commissione Agricoltura- che l'estensione del bonus di 80 euro alle pensioni minime potrà essere inserita nella prossima legge di Stabilità".
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