SIto della Confederazione Italiana Agricoltori di Ascoli Piceno e Fermo e Macerata
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Frutti d'autore in piazzetta - Foto dell'evento

{morfeo 48}

Frutti d'autore in piazzetta

La Confederazione Italiana Agricoltori e l’Associazione Nuova Agricoltura, organizzano  il giorno 19 luglio 2013 dalle ore 19.00 alle ore 21.30 presso i giardini di S. Zenone a Fermo, un evento promozionale sul tema "Frutta della Valdaso certificata Qm"  che si articolerà' in una cena a base di frutta con illustrazione delle proprietà' organolettiche e gastronomiche della frutta fresca. L'evento rientra nel percorso turistico organizzato da" Tipicità' Estate".

Vi aspettiamo!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Elenco Progetti selezionati per Giardineggiare 2013

1 Largo Colombo – Fine di via Cristoforo Colombo:

Genova; “Darsi alla Macchia”

Davide di Meglio / Giulia Gatta / Laura Gualdani / Maria Giulia Rubeca / Elena Saldo

Roma; “Sbarchi clandestini”

Lorenzo Felicioni / Francesco Fumagalli / Elisa Lumaca

 

2 Torrione Battaglia:

Roma; “Calipso”

Francesco Cecchetti / Florence Denarié / Daniele Stefàno

 

3 Piazza Peretti:

Venezia; “Profumi d’arte”

Martina Bassi / Eleonora Dal Bo / Sabina Noro

 

4+5 Parco Madonnina

Roma; “Quint’essenza”;

Attardi Giulia, Sanfelice di Monteforte Clemente

 

6 P.zza San Pio

Genova; “Le ombre dell’eden”ù

Giulia Sasso, Riccardo De’Jatta, Giulia Magnani, Cecilia Passerini

 

7 Piazza Fazzini:

Camerino; “Il sesto senso”

Agnese Gibellieri / Alice Zoppi

 

8 Piazza Angioletto:

Firenze; “Mediterranean Overturning”

Elisa Picariello, Claudia Vannini

 

9 Slargo Raffaello

Firenze; “Scatordino”

Valeria Escobar, Luciana Pimentel

 

Ancona+Bologna “I colori della cucina mediterranea in Giardino”

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari.

 

10 Pinetina di via Roma angolo via Laureati:

Reggio Calabria; “MediterraneaMente”

Antonia di Lauro

 

11 Pineta via Laureati angolo via Crucioli:

Palermo; “Futuro in corso”

Piero D'Angelo, Gaetano Cascino, Rosita Giammellaro, Sebastiano Lombardo;

Presentazione II Anno PIF "Pesca della Valdaso"

Si amplia la proposta delle referenze ortofrutticole che hanno ottenuto la certificazione QM da parte della Regione Marche. Dopo l'avvio dello scorso anno della commercializzazione della pesca della Valdaso qm, questa estate i consumatori potranno gustare numerosi altri frutti del territorio che posseggono gli standard qualitativi necessari per l'attestazione qualità garantita dalla Regione Marche. Di questo si è discusso nell'ambito dell'incontro che ha avuto come protagonisti i principali curatori del progetto quali Pio Geminiani Presidente Associazione Nuova Agricoltura, l'Assessore regionale all'Agricoltura Maura Malaspina, l'Assessore provinciale di Ascoli Piceno Giuseppe Mariani, l'Assessore all'agricoltura per la provincia di Fermo Guglielmo Massucci, i rappresentanti delle amministrazioni comunali locali e Massimo Sandroni Direttore Cia Ascoli e Fermo. Il dibattito “Progetto integrato di filiera – Pesca della Valdaso e Marchio QM” è finalizzato alla divulgazione della valorizzazione del prodotto e del territorio. Attraverso la coltivazione della frutta qm si segue il rigido disciplinare QM approvato dalla Regione Marche secondo un metodo di produzione integrata che assicura la riduzione al minimo dell'uso di sostanze chimiche di sintesi e una razionale gestione dei terreni. Il progetto nato circa tre anni fa, grazie alla sinergia con uno dei maggiori rappresentanti della Grande Distribuzione Organizzata come il Gruppo Gabrielli che ha commercializzato nei suoi punti vendita la pesca della Valdaso sposando le finalità perseguite da Associazione Nuova Agricoltura e dagli altri protagonisti coinvolti, è risultato anche finalista al Sodalitas Award, il prestigioso premio nazionale volto a premiare le iniziative legate allo sviluppo sostenibile. La valorizzazione delle eccellenze dei prodotti del territorio, la caratterizzazione della ruralità marchigiana, la biodiversità, l'ambiente, il paesaggio i valori e i saperi del territorio sono state motivazioni che hanno portato il progetto Pesca della Valdaso tra i finalisti della categoria “Consumo sotenibile” scavalcando di fatto le ben 60 imprese a livello nazionale candidate. “La sinergia tra le imprese agricole e i benefici al consumatore in termini di qualità al prodotto – ha detto Massimo Sandroni direttore della CIA provinciale Ascoli e Fermo – sono aspetti positivi derivanti dalla certificazione qm. Il consumatore infatti è tutelato da un sistema informatico di tracciabità che si accompagna ad una valorizzazione della vocazionalità del territorio.”

http://www.youtube.com/watch?v=ub4PcyPY7vw

Servizio RAI Tre Marche

http://www.youtube.com/watch?v=PTgrLjMI_BQ

Presentazione Progetti Giardineggiare 2013 - Università di Ancona

Un lungomare di colori

Ci troviamo all’estremità nord del lungomare Cristoforo Colombo. La fine strada confluisce in una piazza che funge da atrio alla pista ciclabile. Una serie di muri in pietra chiara cinge la pista ciclabile e delinea cortili laterali posti livelli di altezza sfalsati tra loro. La scena è dominata dalla presenza della palma: in quest’area ha inizio la serie binata di palme della specie Phoenix canariensis che accompagna il marciapiede per tutto il lungomare di Grottammare, fino a San Benedetto del Tronto. Al centro della piazza si trova una sola palma, di genere diverso, inserita in un’aiuola di forma quadrata che costituisce un elemento di forte risalto in un’area apparentemente priva di forme geometriche definite. La presenza della palma in maniera preponderante rimanda subito il pensiero alle problematiche fitosanitarie che stanno devastando questo tipo di vegetazione nella nostra regione. In questo ambiente il giardino mediterraneo deve rappresentare un ritorno al passato, prima del grande sviluppo balneare della città di Grottammare, all’epoca in cui i vivaisti non conoscevano ancora la coltivazione di specie importate dai paesi esotici, come appunto le palme; la ricchezza della flora mediterranea pertanto funge da ispirazione per il suggerimento di valide alternative all’utilizzo di queste specie fortemente a rischio. Il nostro progetto prevede l’interruzione della serie rigida e monotematica costituita da Phoenix canariensis mediante l’inserimento di filari di agrumi, che costituiscono un motivo ornamentale totalmente diverso. L’albero di arancio è il simbolo della storia di Grottammare e del vivaismo che vi si è sviluppato; se ne rinvengono ancora molte piante nel  centro della città, sebbene la produzione di agrumi è un’attività che ha procurato grandi ricchezze alla città in passato, al momento risulta poco rilevante. La serie di agrumi si va quindi a porre come un ponte di collegamento tra la concezione della città moderna e le origini da cui essa deriva.  I filari di agrumi sono posti  ad imitare la serie di palme, sia per quanto riguarda la disposizione che per la distanza fra le piante, ma non costituiscono un brusco cambio di scena; le due serie anzi si integrano perfettamente tra loro, tanto da rendere difficile a prima vista capire dove inizi una e finisca l’altra. La via disegnata dagli alberi di agrumi unisce il marciapiede del lungomare alla pista ciclabile; la via però non è chiara e ben definita, ma presenta diramazioni che corrono parallele ai muretti in pietra. In questo modo si cerca di assecondare il dinamismo assoluto di quest’area, determinato dalla presenza del mare. La piazza diventa quindi un incrocio di linee, che nascono dalle palme e dalla spiaggia, e vanno a morire in lontananza, lungo la pista. Un senso di movimento è dato anche dalla differenza di dimensione degli alberi di agrumi utilizzati: i più piccoli nascono dalla pista ciclabile, per poi diventare sempre più grandi sulle vie laterali, verso il centro della piazza e lungo il marciapiede. Il colore dominante in questa scena é il colore della chioma delle palme e degli agrumi. Su questa base uniforme e monocromatica spiccano qua e là delle pennellate di colore molto intenso, costituite dai frutti gialli ed arancioni dei cedri, dei limoni e degli aranci. Le terrazzine cinte dai muriccioli in pietra che sorgono a sinistra della pista, ospitano una collezione di agrumi a scopo didattico-ornamentale, in cui vengono inseriti pochi esemplari rappresentanti le specie coltivate nel distretto di Grottammare di maggior valore  botanico. L’ampio lembo di terra che si apre sul mare sull’altro lato della pista invece diventa tripudio di colore, dato dalla presenza di piante di lantana dai fiori gialli ed arancioni, poste in un’aiuola dalla forma ondulata.  Il color avorio, che appartiene alla pietra e alla pavimentazione, funge da sfondo a tutta la scena e conferisce una maggiore luminosità: tale chiarore è messo in risalto dalla presenza di fiori bianchi che si aprono su alcuni alberi di agrumi, di varietà a ciclo continuo.

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari

 

Nicchie di profumi

Quest’area si presenta come un ampio atrio che si apre davanti all’ingresso della chiesa dedicata a San Pio. La facciata della chiesa corre parallela alla strada statale. Sul lato della piazza opposto alla facciata si trovano due aiuole rettangolari che ospitano cinque grandi platani; questi ultimi, con le loro chiome, costruiscono un sipario verde tra la chiesa e la città vecchia che si erge sulla collina dinanzi a questa piazza. Il ricco fogliame dei platani condiziona la visuale che si ha dal portale della chiesa e direziona lo sguardo verso il basso, fino alla base dei tronchi, mostrando così un ricco traffico di veicoli che corrono sulla nazionale. In questo progetto si è voluto trovare un modo per mascherare  la presenza ingombrante del traffico cittadino, elemento che si pone in forte contrasto con le forme, i colori e lo stile propri della chiesa di San Pio, e nello stesso tempo valorizzare gli elementi di pregio presenti nella piazza: la fontana, le statue, la chiesa stessa. Invece di inserire un elemento schermante continuo,  come una siepe o una bordura,  si è pensato di raggiungere lo scopo mediante l’utilizzo di una serie di elementi verticali discontinui. Tali elementi sono delle strutture vegetali posizionate secondo uno schema appositamente studiato, per coprire la strada senza chiudere gli accessi alla piazza e mantenendo una buona fruibilità interna. Le strutture adottate assumono diverse forme geometriche sia in pianta che in altezza: un’insieme pannelli verticali semi-circolari alternati ad elementi a base quadrata. Numerosi sono i richiami che associano questo tipo di forme agli elementi architettonici presenti nella piazza: la fontana è una sovrapposizione di dischi cilindrici e blocchi cubici, in cui si vanno ad inserire i quattro vasconi semi-circolari che raccolgono l’acqua. Anche nella pavimentazione della piazza si può riscontrare l’alternanza  di figure curvilinee ed aree rettangolari che si distinguono per l’uso di colori e materiali differenti. La linea curva è integrata nell’architettura della chiesa. La forma quadrangolare è quella preponderante nella piazza: la si può rinvenire nelle aiuole, nel portale della chiesa, e nei basamenti in marmo su cui poggiano le due statue.  I pannelli semi-circolari hanno concavità rivolta verso la facciata della chiesa e sono costituiti da una doppia parete di allori inseriti all’interno di bassi muretti mobili di laterizio. All’interno della doppia parete si aprono piccole nicchie percorribili dove si trovano delle sedute immerse in cespugli di salvia, lavanda e rosmarino. Queste strutture rievocano in parte l’Hortus conclusus che si sviluppa nel monastero di epoca medievale; si tratta in questo caso di piccole aree semi-nascoste, dove potersi sedere e godere dei profumi emanati dalle piante officinali tipiche dell’ambiente mediterraneo.   La presenza di questa nicchia intrisa delle essenze del Mediterraneo offre al visitatore l’opportunità di vivere una piacevole sosta prima ad esempio alla fine delle funzioni religiose,  quando spesso ci si sofferma a parlare davanti l’ingresso della chiesa. Le strutture a base quadrata sono costituite da un basamento di tufo sul quale poggiano piante di alloro, ad habitus colonnare, in modo da formare un volume compatto dai tratti regolari. La presenza nella piazza di elementi verticali molto alti, quali la chiesa e i platani, e di elementi più bassi, quali le statue e la fontana, ci ha guidato nella scelta di creare un gioco di altezze e dislivelli: le strutture a base quadrata riprendono l’altezza della fontana, mentre i due strati vegetali che compongono i pannelli semi-circolari presentano altezza diversa: più alto lo strato esterno, più basso quello rivolto verso la piazza. Questo dislivello genera un gradiente di altezze facendo si che dall’ingresso della chiesa lo sguardo venga portato verso l’alto, fin sopra la chioma dei platani.   La linea retta immaginaria che congiunge il portale della chiesa alla fontana è stata volutamente lasciata libera da ogni struttura: questo sta a simboleggiare il legame, da sempre indissolubile, tra la Cristianità e l’acqua, simbolo della purificazione e della rigenerazione.   La decisione di sfruttare un’unica pianta come elemento ricorrente nasce dalla volontà di creare una connessione armoniosa, basata sul monocromatismo, tra forme molto diverse. Chi visita la piazza, giungendo sia dalla strada che dagli accessi laterali, o chi esce dalla chiesa infatti, percepisce solo la presenza di cespugli di alloro, e non vede le piante officinali che invadono le nicchie.  L’inconfondibile color verde scuro della foglia di alloro diventa l’espressione di una sobrietà assoluta, che fa da cornice alle cerimonie celebrate nella chiesa. La scelta di utilizzare l’alloro in piazza San Pio è stata dettata, oltre che dalla bellezza del fogliame e dalla sua relativa economicità rispetto ad altre piante, dai molteplici significati simbolici che questa pianta assume nel mondo sacro e profano.  Questo progetto si presenta quindi come una possibile rivalutazione di una pianta tipicamente mediterranea,  il cui impiego è spesso connesso alla realizzazione di siepi o topiari semplici; in questo modo l’alloro assume forme innovative e da elemento di bordura diviene un elemento protagonista.

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari

 

I colori della cucina mediterranea in giardino

La piazza è dominata da una geometria molto forte, rafforzata dalla presenza di pini marittimi che fungono da elementi verticali. Come tema per quest’area si è scelto una delle tante qualità che contraddistingue l’Italia dal resto del mondo: la cucina mediterranea. L’uso di piante che usualmente vengono usate nella nostra cucina, con l’ausilio di piante floreali di tipo ornamentale, sono disposte in forme curvilinee per ammorbidire la geometria rigida dell’area, raggruppate in quattro differenti colori in grado di creare un' atmosfera piena di colore e di profumi che s’immergono nell’area e capaci di interrompere la schematicità e uniformità dell'insieme. Matrici comuni sono rappresentate da fasce sinuose di alloro che si ergono al centro di bordure fiorite di differenti colori, i quali vengono riproposti nelle piante rampicanti che si sviluppano attorno ai pini esistenti e alle piante aromatiche e/o alimentari che vengono inserite all'interno di vasi appesi ad un filo metallico che collega pini adiacenti fra loro. Movimento, colori e profumi favoriscono dinamicità all'insieme, regalando un nuovo volto alla piazza.

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari

 

Parterre mediterraneo

Il progetto si basa sulla riproduzione a Grottammare di un parterre di stile rinascimentale. Questo parterre è definito da linee geometriche semplici e lineari che riprendono il senso di geometria e schematicità che regna nella piazza: la pavimentazione, le sedute in legno,i pali dell’illuminazione, i contenitori-aiuole in cemento e in ultimo gli edifici circostanti creano un gioco di linee, volumi ed ombre dagli spigoli vivi che si intersecano vicendevolmente, conferendo alla piazza un aspetto dinamico. All’impronta rigida e precisa del disegno, si associa uno stile più morbido e casuale dato dall’interruzione di alcuni tratti, in corrispondenza delle strutture architettoniche (sedute, pali dell’illuminazione, aiuole) , del parterre stesso. La presenza di tali interruzioni permette di integrare lo stile classico del parterre all’italiana alle forme geometrizzanti di stampo moderno che caratterizzano la piazza. In questo modo si vuole riprendere la struttura tipica dei parterre nei giardini all’italiana in cui le diverse zone del disegno sono apparentemente identiche ma ad uno sguardo più attento si notano differenze e particolari asimmetrie. La fisionomia del disegno è definita da due diagonali , che nel punto di loro intersezione sono sostituite da un riquadro regolare. All’interno di ciascuno dei due riquadri sono inserite piante fiorite annuali e perenni , che evidenziano la centralità della piazza rispetto al contorno. Il colore vivido delle fioriture si contrappone alla cromie scure che caratterizzano tutti gli elementi architettonici presenti nella piazza, eccezion fatta per la pavimentazione. La specie che va a costituire le linee principali del disegno è l’alloro, inserito in doppia fila in vasche modulari in legno, colorate di marrone per richiamare il colore dominante nella piazza. La funzione di accoglienza e aggregazione della piazza viene rafforzata da un semplice tratto circolare posto al centro della stessa.

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari

 

Fiore di alloro

La pineta Ricciotti è un’area molto ampia, al momento priva di elementi che possano attirare in qualche modo turisti, visitatori o cittadini di Grottammare. Gli elementi di risalto sono una serie di pini marittimi dal tronco tortuoso, che con la loro chioma variamente densa provocano un ombreggiamento a macchia di leopardo. Nella parte centrale dell’area si trova un pino domestico di notevole pregio estetico, molto più grande rispetto agli altri pini, imponente, con un tronco liscio e diritto, e una chioma molto espansa che domina in altezza tutte le altre. Su un lato della pineta, a ridosso della ferrovia, si trova una costruzione architettonica adibita a circolo per gli anziani. L’utilizzo di questa pineta è esclusivamente da parte dei frequentatori di questo locale.  Il nostro obiettivo è di valorizzare la pineta Ricciotti donandole una nuova funzione, che possa fungere da richiamo per un pubblico costituito principalmente da bambini e dai loro accompagnatori. Tale scelta è stata dettata dalla presenza di un’altra pineta adiacente alla nostra area d’intervento, molto affollata e frequentata in diverse ore della giornata, in cui si trova una moltitudine di giochi per bambini. Molte persone quindi attraversano pineta Ricciotti per arrivare dal corso alla pineta adiacente e viceversa, e l’attuale assenza di sedute rende quest’area una semplice zona di passaggio. Il nostro progetto prevede la creazione di un percorso verde che si snoda tra i pini, fruibile da grandi e bambini. Il percorso è un dedalo, la cui pianta ricorda la forma di un fiore stilizzato. Tre sono gli ingressi del dedalo, dai quali partono tre sentieri che, intrecciandosi con vicoli ciechi e diramazioni secondarie, confluiscono nel centro del fiore, il punto di arrivo. In questo progetto il giardino mediterraneo è quindi inteso come una rivisitazione dei labirinti e dei dedali posti a completamento dei grandi giardini delle ville europee del ‘500; nel nostro caso, infatti, il disegno complesso e perfettamente geometrico che caratterizza i giardini rinascimentali si semplifica e assume forme irregolari, che tendono ad attirare l’attenzione dei più piccoli.  La siepe che forma il dedalo è realizzata con una fila binata di piante di alloro, disposte a quinconce seguendo il tracciato di base; le piante sono cimate all’altezza di 0,8 m in modo da ottenere una bordura compatta e dai contorni ben definiti. Una simile altezza delle siepi è stata scelta come misura di sicurezza in quanto evita una chiusura eccessiva del dedalo, e fa si che i bambini non vengano mai persi di vista dall’esterno. Gli unici elementi vegetali presenti in questo progetto sono quindi i pini, principali costituenti della foresta sempreverde mediterranea, e l’alloro, una pianta che può essere considerata la massima espressione della cultura mediterranea per i molteplici usi e simbolismi ad essa associati.  In questo progetto è presente una successione di colori scuri e colori chiari: il verde intenso delle foglie di alloro, e il marrone bruciato dei tronchi dei pini, si contrappongono alla ghiaia bianchissima che pavimenta il suolo. I vasi contenenti gli allori vengono rivestiti con sacchi di juta, in modo da richiamare il colore dei tronchi  ed assicurare un collegamento immaginario tra tutti gli elementi che dominano la scena.  Nella porzione di pineta che fa angolo tra via Laureati e via Crucioli è presente una cornice in cemento che delimita un’area rettangolare; qui si è pensato di inserire una rappresentazione in pianta del disegno che forma il dedalo: in questo modo i visitatori potranno avere un’idea d’insieme del percorso che andranno a fare. Anche qui si nota un contrasto di cromie: la mappa infatti è realizzata a terra, mediante l’utilizzo di tronchetti in legno pitturati che segnano il perimetro del labirinto-mappa, su uno sfondo di ghiaia colorata. L’utilizzo di ghiaie colorate in associazione con le specie arbustive che compongono la macchia mediterranea, è un elemento ricorrente nel giardino realizzato in ambiente mediterraneo, e costituisce un ulteriore arricchimento estetico di quest’area. I tronchetti in legno saranno dipinti mediante l’uso di acrilici colorati (varie tonalità di verde) e di foglie di alloro da utilizzare come timbri. Il risultato è una composizione cromatica divertente che funge da collegamento tra i vari elementi naturali. Oltre ad avere un valore ornamentale, il dedalo assume i puri caratteri del gioco. Esso costituisce una possibilità di divertimento alternativo in cui i bambini vivono un breve ma stretto contatto fisico con la vegetazione mediterranea. La staticità della siepe di alloro si contrappone al dinamismo dato dal correre dei bambini, associato all’ondeggiare dei rami mossi dal vento; altro movimento è aggiunto dal sistema di illuminazione: una serie di piccole lanterne sospese sopra al dedalo ad altezze diverse, costituite da una lampadina e una struttura portante realizzata con una sezione di tronco di legno, di diametro variabile, decorata con lo stesso sistema spiegato sopra e munita di un foro centrale dove far scorrere il filo elettrico. Il centro del fiore si trova in corrispondenza del grande pino domestico, e intorno al tronco è posta una panca circolare. Chi giunge al punto di arrivo può sedersi appoggiando la schiena al tronco del grande albero; da questa postazione, chinando la testa all’indietro e alzando lo sguardo verso l’alto, si può ammirare la maestosità della chioma, e l’intricato disegno dei rami fa perdere il senso della profondità e della distanza, proiettando la mente verso l’infinito. In una chiave di lettura più profonda il dedalo assume quindi un significato metaforico, interpretandolo come un percorso che rappresenta la vita in tutta la sua completezza: il gioco si associa al piacere, la scelta del percorso simboleggia la difficoltà, e il grande albero rimanda alla percezione di una dimensione infinita ed irraggiungibile.

Giulia Calzetti, Alessio Cruciani, Eugenio Fanesi, Annalisa Funari

 

{morfeo 47}

  1. Presentazione Filiera "Pesca della Valdaso"
  2. «Fattorie Picene»: si parte
  3. Pioggia, grandine e freddo non danno tregua «L'orticoltura rischia di finire in ginocchio»
  4. Giardineggiare 2013 - presentazione dei Progetti

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