Gli agricoltori italiani presentano all’Europa il loro contributo alla “Carta di Milano”, il manifesto programmatico che simboleggerà l’eredità “morale” di Expo. Il 13 maggio al Press Club di Bruxelles, in una sala gremita di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni comunitarie e italiane, il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino ha raccontato la genesi de “Il territorio come destino”, il documento di sintesi del ciclo d’iniziative che la Cia ha portato avanti in tutta Italia nell’ultimo anno per arrivare a definire un modello economico, sociale e produttivo sostenibile a cui riferirsi nel futuro per vincere la sfida di “nutrire il Pianeta”. Una sfida che non riguarda solo l’Italia ma coinvolge tutti, in primis l’Europa. “Il territorio è il destino degli agricoltori -ha detto Scanavino- e l’Europa deve essere lungimirante. Per garantire la sicurezza alimentare globale di fronte alla competizione e agli scenari del cambiamento, la soluzione non è un mondo senza agricoltori, ma un mondo con agricoltori competitivi e sempre più protagonisti”. Una sfida che il settore primario dovrà vincere usando meno risorse per produrre di più con il supporto di ricerca e innovazione. Ma l’agricoltura vuole anche farsi carico delle più ampie problematiche della contemporaneità, riorganizzando la capacità di produrre in modo sostenibile, di assicurare equamente il cibo ridandogli valore e affermandolo come diritto, contribuendo attivamente all’educazione alimentare quale presupposto per contrastare le diverse forme di spreco, di gestire capillarmente le risorse naturali, di impostare un nuovo welfare. “Ed è proprio questo -ha aggiunto il presidente della Cia- il nostro contributo a Expo e al futuro che vogliamo”. Intervenuto al dibattito, il presidente della Commissione Ambiente, Salute e Sicurezza alimentare del Parlamento Ue, Giovanni La Via, ha plaudito all’iniziativa della Cia di contribuire in maniera così forte e determinante alla costruzione della Carta di Milano: “La sostenibilità -ha spiegato- è, senza dubbio, una delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare, perché non possiamo pensare di consumare beni e prodotti e di non lasciare, a chi verrà dopo di noi, uno stock di risorse adeguato per continuare il processo produttivo e, soprattutto, per produrre sempre più alimenti in quantità adeguate”. Anche Michela Giuffrida, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo e coordinatrice della delegazione AgriUe a Expo, ha osservato come la Cia “con il documento ‘Il territorio come destino”, risponde alla sfida della sicurezza alimentare globale con un approccio molto giusto, partendo da una consultazione dal basso, da chi ogni giorno si impegna per coltivare e produrre cibo”. Un plauso all’impegno della Cia, infine, è arrivato anche dal presidente del Comitato scientifico italiano per Expo 2015 Claudia Sorlini: “Il contributo della Confederazione alla Carta di Milano è molto significativo -ha affermato- perché parte dalle esigenze e dai problemi degli agricoltori, che sono i veri protagonisti della sfida dell’approvvigionamento alimentare globale. Al settore primario non si chiede solo cibo, ma anche di salvaguardare il territorio producendo in maniera sostenibile. Una sfida impegnativa, e la scommessa di Expo, ma che può essere vinta con la collaborazione del mondo della ricerca e sviluppando l’innovazione”.