Analisi dei residui di agrofarmaci: influenza del metodo di campionamento
E’ stato approfondito lo studio degli effetti di due differenti metodologie di campionamento applicate in diversi contesti di distribuzione di agrofarmaci. Il primo sistema di campionamento (Codex) è stato effettuato seguendo le istruzioni Codex (CAC/GL 33-1999) mentre il secondo metodo di campionamento (Random) è un sistema di campionamento semplificato più simile alle normali condizioni operative. Tutte le fasi del campionamento e del processo di misurazione sono state progettate utilizzando disegni sperimentali gerarchici. I dati ottenuti sono stati interpretati attraverso l’utilizzo di test statistici uni e multivariati con l’obiettivo di individuare eventuali differenze del risultato analitico dovute al sistema di campionamento utilizzato e di isolare l’incertezza del dato finale attribuibile al sistema di campionamento e quella attribuibile al sistema di misura. L’interpretazione dei dati ha confermato l’importanza del campionamento sul risultato del sistema di misurazione confermando come tecnica privilegiata quella suggerita dal Codex in special modo su tecniche trattate con sistemi di distribuzioni non uniformi. Uno passo importante per la rappresentatività del risultato finale sembra essere la composizione del campione di laboratorio.
Difesa dall’oidio con formulati a base di oli essenziali
L’agricoltura e i prodotti fitosanitari stanno subendo una profonda riorganizzazione a seguito della Direttiva 2009/128/CE sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, che mira a ridurre i rischi per la salute umana e l’ambiente legati al loro uso. In questo contesto sono state sperimentate strategie integrate di difesa dello zucchino dall’oidio, comprendenti l’utilizzo di formulati a basso impatto ambientale a base di oli essenziali quali: Tea tree oil, Garofano + Rosmarino. Le prove sono state condotte nel 2015 in coltura protetta in due areali diversi della regione Lazio. I risultati ottenuti, nonostante l’elevata pressione della malattia, hanno evidenziato un decremento della stessa pari a circa il 60 % in entrambi i programmi di difesa, comprendenti trattamenti con formulati a base di oli essenziali alternati ad applicazioni di un fungicida di sintesi. Gli esiti delle prove condotte hanno indicato un possibile approccio innovativo a basso impatto ambientale per la difesa delle cucurbitacee.
Riduzione dei dosaggi di rame e utilizzo di prodotti alternativi nella vite
Nella gestione biologica del vigneto, i prodotti rameici sono attualmente gli unici mezzi tecnici efficaci contro la peronospora, con un limite di utilizzo complessivo annuale di 6 kg/ha di rame metallo e anche nella gestione convenzionale sono largamente utilizzati. Nelle stagioni 2013-15 in un vigneto di “Merlot” sito nella zona di Cormons (Gorizia), è stata condotta una prova sperimentale con l’obiettivo di ridurre la quantità di rame applicato, mantenendo un’adeguata efficacia nei confronti della peronospora. Le strategie impostate hanno previsto limitazioni del rame a 3 e 6 kg/ha/anno utilizzando diverse formulazioni di prodotti rameici, ma anche biostimolanti e concimi fogliari a basso titolo di rame posizionati in diverse epoche. I risultati hanno confermato come le strategie con dosaggi più elevati di rame garantiscano l’efficacia migliore nel contenimento della peronospora. Le strategie comprendenti induttori di resistenza o biostimolanti hanno dato risultati interessanti in qualche caso, ma soprattutto quando abbinati a prodotti rameici. Sulla base dei risultati di efficacia ottenuti è emerso come sia molto importante calibrare il momento di intervento sulla base della previsione degli eventi infettanti.
Contenimento della botrite della vite attraverso e sostanze attive di origine naturale
La botrite (Botrytis cinerea) rappresenta per la viticoltura modenese una problematica in continua evoluzione. Le strategie di difesa, pur articolandosi in pochi momenti fondamentali, non sono frequentemente praticate dalle aziende agricole, che possono incorrere, in anni sfavorevoli dal punto di vista climatico o per varietà particolarmente sensibili, in danni consistenti. Il lavoro si è riproposto di definire strategie verso questa avversità ricorrendo a sostanze attive a ridotto impatto ambientale, con particolare interesse per quelle di origine naturale. Il presente studio evidenzia l’efficacia di alcune sostanze di recente introduzione, che arricchiscono il portafoglio dei prodotti disponibili, impiegabili anche in prossimità della vendemmia. Il ricorso a molecole di sintesi di recente introduzione, come fluopiram, ha permesso di ottenere una protezione del grappolo molto buona anche in annate con un attacco sul testimone prossimo al 100%. Per le molecole di origine naturale è emersa la buona attività, costante negli anni, di Aureobasidium pullulans. Per altre, come le zeoliti, i risultati sono incoraggianti, ma andranno approfonditi.
I feromoni nella difesa integrata delle colture in italia
La confusione sessuale e più in generale i sistemi di inibizione degli accoppiamenti non sono più considerati in alternativa agli insetticidi, ma come una delle soluzioni da preferire per soddisfare i “principi generali di difesa integrata”, elencati nell’Allegato III della Direttiva 128/ 2009/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, recepita con il DL n. 150 del 14/8/2012 e applicati dal gennaio 2014 nell’ambito del Piano d’Azione Nazionale (PAN). Tra le problematiche aperte relative a questo metodo si ricorda che il minor numero di trattamenti insetticidi può favorire la comparsa o l’aumento delle popolazioni di fitofagi secondari non più controllati; che l’opportunità di avere diffusori multispecie con diverse miscele di componenti pone la necessità di trovare materiali che garantiscano un rilascio costante per tutta la stagione e in tutti gli ambienti; che disporre di erogatori biodegradabili e compostabili risolverebbe il problema dello smaltimento a fine stagione. L’obbligo, nell’ambito del processo di revisione europea, di preparare anche per i feromoni da utilizzare nella lotta diretta agli insetti, un dossier simile a quello richiesto per gli altri prodotti fitosanitari, costituisce un limite allo sviluppo di queste metodologie.
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