Entra nel vivo “Giardineggiare”, la kermesse del florovivaismo a Grottammare.

 Il progetto, realizzato grazie alla collaborazione del Comune di Grottammare, la CIA -Confederazione Italiana Agricoltori, MarcheFlor e L'Università degli Studi di Firenze è nato per omaggiare il florovivaismo a Grottammare. Presentato nei mesi scorsi, si è sviluppato con lezioni teoriche tenute anche dagli operatori del settore.

A questo punto, con l’arrivo degli studenti a Grottammare, si apre la fase operativa che regalerà ai turisti percorsi suggestivi, oltre che sensoriali: ”Siamo particolarmente orgogliosi di aver attivato questa sinergia – afferma il sindaco Luigi Merli -. Giardineggiare rappresenta sicuramente una grande opportunità per la nostra città perché va a caratterizzare la nostra accoglienza in modo autentico, interpretando la tradizione vivaistica con originalità. La manifestazione, tra l’altro, prevede il coinvolgimento diretto dei visitatori che potranno dare un giudizio sui giardini per eleggere quello più bello”.

 Il progetto, inoltre, si appresta a diventare un libro all'interno del quale verrà descritta dalla mano del suo autore, il prof. Sergio Martellucci, ogni fase: dall'ideazione in aula delle proposte, al confronto e cooperazione con i florovivaisti coinvolti fino alla realizzazione operativa di Giardineggiare.

“Il lavoro degli studenti e dei florovivaisti – ha detto Massimo Sandroni, presidente Cia – è un esempio di come si possa fare squadra tra pubblico e privato a beneficio del territorio e delle aziende che in esso operano. Il settore del florovivaismo necessita di azioni come queste, capaci di dare risalto ad un comparto riconosciuto come leader per il nostro territorio in Italia ma ancora di più all'estero”.

 

 

Salgono a 151 i prodotti agroalimentari tradizionali marchigiani salvati dall'estinzione. Rispetto al precedente, che includeva 147 specialita', entrano il miele del Montefeltro e la 'moretta' di Fano (caffe' corretto con anice, brandy e rum). Le altre due voci in piu' derivano, invece, dal fatto che nella vecchia lista i prodotti visner e vino di visciole erano classificati come un'unica voce, mentre ora sono stati divisi. In 11 anni, rispetto al luglio 2000 quando e' iniziato it lavoro di catalogazione a livello regionale, i prodotti marchigiani censiti sono aumentati del 32%, passando da 114 a 151, grazie all'impegno degli imprenditori agricoli nel salvarli dall'estinzione. Nell'elenco vengono, infatti, iscritte le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni e metodiche praticate sul territorio in modo omogeneo. Nella classifica delle specialità dominano pane, pasta e biscotti con 44 diverse tipologie di prodotti (come i Maccheroncini di Campofilone o la Lonza di fico), seguiti da 41 verdure fresche e lavorate (dal carciofo monteluponese al marrone di Acquasanta Terme), 30 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere (come il salame di Fabriano), 11 formaggi , 9 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 7 tipi di olio, 4 prodotti di origine animale (miele e ricotte), 4 condimenti (tra cui la salamora di Belvedere) e una preparazione di pesce.

Presentato oggi in Regione il programma 'Conoscere il biologico nelle Marche', una serie di azioni che saranno realizzate da qui a tutto il 2012 a favore del comparto. La Regione Marche, aderendo con un proprio progetto al Piano di azione nazionale, interviene con quattro azioni per favorire conoscenza, crescita, capacita' di relazione tra produttore e consumatore. "E' necessario fare qualita', certificarla, comunicarla al meglio mettendo in evidenza anche tl nome della nostra regione - ha dichiarato l'assessore Paolo Petrini           Questo e' un elemento importante e strategico che produce valore aggiunto per tutto il territorio offrendo un quadro coerente tra la 'promessa' delle Marche proposta nelle campagne di comunicazione e il sostegno che siamo capaci di dare ai prodotti d'eccellenza e biologici regionali".

La Giunta regionale ha approvato il regolamento per la caccia al cinghiale. Il testo disciplina la gestione degli ungulati sul territorio regionale, prevedendo norme specifiche anche per i cervidi. L’approvazione è avvenuta martedì 12 luglio a margine della seduta dell’Assemblea legislativa che ha votato la nuova legge regionale sulla caccia che riforma la precedente del 1995.
“Il regolamento – anticipa il vice presidente Paolo Petrini – disciplina il prelievo degli ungulati, in particolare del cinghiale, con l’obiettivo di contenere la crescita della popolazione animale e di ridurre i danni causati all’agricoltura, salvaguardando l’incolumità della popolazione. Le disposizioni adottate rafforzano gli strumenti di prevenzione e controllo introdotto con la nuova legge sulla caccia, consentendo una gestione del fenomeno con strumenti operativi più efficaci”.
Petrini evidenzia come il provvedimento rappresenti “una risposta forte e tempestiva alle preoccupazioni degli agricoltori per contenere i danni sempre più rilevanti causati dagli animali. Una situazione che non può più essere definita di emergenza, ma che è purtroppo divenuta un quotidianità che va superata con decisione. il regolamento si pone proprio come uno strumento operativo efficace per risolvere a monte il problema, contenendo la proliferazione dei cinghiali, responsabili dei maggiori danni all’agricoltura e causa di numerosi incidenti stradali”. Il regolamento mira a mantenere una consistenza e una densità degli ungulati compatibile con la produzione agricola e con l’ambiente, a tutela della biodiversità e della sostenibilità dell’agricoltura, valorizzando il ruolo degli Ambiti territoriali di caccia (Atc).
Ad essi vengono riconosciuti importanti funzioni operative e programmatorie, come la pianificazione territoriale, la ripartizione dei distretti e delle unità di gestione, l’accesso al prelievo. Inoltre il regolamento punta a salvaguardare le condizioni sanitarie del settore zootecnico (contrastando la trasmissione delle malattie infettive tra ungulati selvatici e domestici), ad attivare misure preventive per la tutela della sicurezza delle persone e delle produzioni agricole, contribuire alla conoscenza della diffusione degli ungulati (sulla base delle metodologie indicate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - Ispra). Il regolamento definisce, poi, le modalità di caccia di selezione e di prelievo in forma selettiva negli Atc e nelle aziende faunistico venatorie. L’abbattimento potrà essere effettuato valutando la capacità ricettiva dei vari ambienti, conoscendo la reale consistenza e struttura dei popolamenti, attraverso una distribuzione programmata della pressione venatoria e con piani di prelievo determinati per specie, sesso e classi di età, attivando un controllo sanitario e statistico di tutti i capi abbattuti. Infine la Regione definirà programmi operativi con le Regioni confinanti per una gestione comune degli ungulati.
È sempre vietata l’immissione di cinghiali in campo aperto. La pianificazione territoriale ammette la presenza di cinque capi per cento ettari nelle zone con seminativi inferiori al 40 per cento, due capi/100 ettari con seminativi compresi tra il 40 e il 70 per cento, nessun capo nelle zone con seminativi superiori al 70 per cento. (da Regione Marche)

Comunicato Stampa (Resto del Carlino - Corriere Adriatico)

È stato siglato il 14 Luglio 2011 un protocollo d'intesa tra la Cia – Confederazione italiana agricoltori provinciale di Ascoli e Fermo e la Osd - Ottavio Sgariglia Dalmonte società strumentale della Fondazione Ottavio Sgariglia Dalmonte. La Cia e la OSD si impegnano a lavorare insieme per promuovere la nascita e lo sviluppo di iniziative imprenditoriali del territorio attraverso l’accesso al credito di imprese ed imprenditori di fatto meritevoli ma che, a causa delle strette regole bancarie, non possono beneficiare degli strumenti di finanza tradizionale. La Cia provinciale e la Osd attraverso questo accordo collaboreranno nella possibile realizzazione di meccanismi di valutazione chiari e trasparenti che premiano di fatto le iniziative virtuose non esclusivamente sulla base di parametri prettamente quantificabili. “Ci impegneremo – hanno dichiarato Massimo Sandroni presidente della Cia di Ascoli Piceno e Fermo e Vladimiro Fratini presidente della Osd - a fissare almeno un incontro annuale nel corso di assemblee, corsi di formazione e seminari alla presenza degli iscritti della Cia al fine di promuovere le opportunità offerte dalla Osd alle imprese del territorio. Tale appuntamento, sarà inoltre occasione di confronto utile a migliorare l’efficacia degli strumenti offerti dalla Società”.

La Cia provinciale, attraverso questo accordo, si impegna a veicolare fra i propri associati eventuali informazioni ed opportunità offerte dalla Osd; a facilitare i contatti tra la Società e i soggetti potenzialmente beneficiari; a dare supporto nella creazione del business plan e nelle attività fiscali e contabili di base. Al contempo la Osd  definisce i caratteri generali dell’attività che realizza sul territorio con particolare riferimento ai confini territoriali di operatività, il limite massimo di credito concedibile ed i prodotti finanziari offerti; si impegna a monitorare gratuitamente ogni credito erogato dandone prova alla Cia di Ascoli Piceno e Fermo, ovvero al responsabile che ha redatto il piano d’investimento con modalità tecniche definite in seguito e ad organizzare una procedura tecnica affinché la Cia possa inviare con facilità e chiarezza tutti i documenti necessari per la richiesta di finanziamento alla Osd. Come previsto dallo Statuto Sociale della Osd l’iniziativa imprenditoriale deve essere svolta nei seguenti trentotto comuni: Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto,  Amandola,  Offida,  Acquasanta Terme,  Acquaviva Picena, Appignano del Tronto,  Arquata del Tronto, Castel di Lama, Castignano,  Castorano, Colli del Tronto,  Comunanza, Cossignano, Cupra Marittima,  Folignano,  Force, Grottammare, Maltignano,  Massignano, Monsampolo del Tronto, Montalto Marche,  Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montegallo, Montelparo, Montemonaco, Monteprandone,  Palmiano,  Ripatransone, Roccafluvione, Rotella, S. Vittoria in Matenano, Servigliano, Smerillo, Spinetoli, Venarotta.

Articolo Resto del Carlino