Niente di fatto dall'incontro in Municipio di ieri mattina tra it sindaco di Fermo Nella Brambatti, l'assessore Manuela Marchetti e le rappresentanze sindacali dell'ex zuccherificio Sadam. L'incontro è stato necessario soprattutto per ragguagliare Ia nuova amministrazione sulla situazione delle maestranze ex Sadam, per le quali a fine annoterminera la cassa integrazione, senza possibilità di ulteriori proroghe.  Intanto, I'iter burocratico prosegue: entro la meta del mese di agosto la proprietà Eridania-Sadam presenterà it progetto delle due centrali a biomasse da installare nell'ormai dismessa area industriale campiglionese.

Il vice presidente della Regione Marche Paolo Petrini ha incontrato i floroviaisti del distretto di Grottammare. Insieme ai dirigenti dell’ Assam, l’assessore Paolo Petrini ha visitato alcune delle aziende del distretto tra Grottammare, Massignano e San Benedetto. L’iniziativa organizzata dalla Cia e da Marcheflor presieduta da Pino Santori aveva lo scopo di far conoscere da vicino le imprese che operano in questo settore affrontando anche i problemi che affliggono il comparto. “Siamo venuti a Grottammare per fare un sopralluogo e per conoscere l’effettiva situazione del florovivaismo – ha detto il vice presidente della Regione Marche - che sta attraversando un momento abbastanza buono malgrado la crisi economica internazionale in quanto è un settore in crescita sia nei volumi e sua nei fatturati”. Non mancano però i problemi e, in proposito Paolo Petrini ha aggiunto: “I problemi sono di ordine fitosanitario e legati principalmente al punteruolo rosso e alla paysandisia archon. Per il punteruolo siamo intervenuti in maniera molto adeguata e siamo riusciti a contenere il fenomeno molto di più rispetto ad altre realtà regionali. Per la paysandisia archon dobbiamo trovare un modo per raggiungere l’obiettivo di non far estendere la contaminazione e ovviamente di avere procedure molto sicure. Nel contempo però dobbiamo farlo rendendo più sostenibile il periodo di quarantena previsto dalla norma che è attualmente di due anni che diventa davvero pesante sotto l’aspetto commerciale” come hanno sottolineato gli stessi florovivaisti. “Tra le ipotesi alle quali si potrebbe lavorare nel confronto avuto con Sandro Nardi dell’ Assam – hanno detto Massimo Sandroni presidente della Cia e Pino Santori presidente di Marcheflor – c’è quella di chiedere a Bruxelles la riduzione da due anni a sei mesi dell’applicazione della quarantena grazie a degli interventi sulle piante già sperimentati dall’ Assam e dalla Politecnica delle Marche. Oppure creare delle “zone indenni” in “territorio infestato” che potrebbero permettere la commercializzazione”. Nell’incontro con i responsabili della Regione Marche, i florovivaisti del distretto di Grottammare hanno avanzato anche altre richieste per supportare adeguatamente lo sviluppo del comparto e contrastare la concorrenza soprattutto sui mercati internazionali. A tal proposito il vice presidente della Regione Marche Paolo Petrini concorde col pensiero dei florovivaisti, ha detto “Il distretto ha bisogno anche di altri interventi oltre a quelli di ordine fitosanitario. È conosciuto in Italia e all’estero, ma ha bisogno di ulteriori misure legate alla comunicazione per migliorare la sua riconoscibilità anche sulle piazze straniere”.
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 Intervista al Vicepresidente Paolo Petrini

 

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Montegiorgio ha ottenuto l’Istituto Agrario. Questo ha deciso la regione Marche approvando il piano provinciale di razionalizzazione delle scuole. La “capitale” della media valle del Tenna non avrà però la presidenza, che farà invece capo all’Istituto Industriale Montani di Fermo. Ci saranno invece la sede operativa e i laboratori. Due aule sono state individuate all’interno dell’attuale liceo scientifico (presidenza a Porto Sant’Elpidio). I laboratori verranno realizzati nell’edificio “ex falegnameria Alessandrini”, situato a pochi passi dalla scuola. Sono 750 metri quadrati di superficie che verranno posti a disposizione dalla proprietà, che in questo caso è il Comune di Montegorgio. I lavori d’adattamento e sistemazione resteranno invece a carico della Provincia di Fermo.
Nello spazio tra il liceo scientifico e i laboratori sorgeranno un orto botanico e varie piantagioni. Non solo, il Comune ha già trovato un accordo, che a breve diventerà convenzione, con due aziende agricole operanti in periferia. Si tratta di un’impresa florivivaistica, con annesso oliveto, e di una vitivinicola. Entrambe usano sistemi di coltivazione all’avanguardia. Saranno i luoghi idonei dove gli studenti potranno sperimentare i metodi appresi sui banchi. L’Istituto agrario potrà iniziare le lezioni già a settembre di quest’anno. La condizione è che almeno 27 studenti s’iscrivano entro il 12 febbraio prossimo. L’amministrazione guidata dal sindaco Armando Benedetti ha manifestato tutta la sua soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo portato avanti con decisione. Sulla nuova scuola potranno convergere gli studenti di un ampio territorio che da sempre gravita su Montegiorgio. Da secoli la vocazione di Montegiorgio è stata agricola. Solo da una quarantina d’anni si è registrata, specie alle Piane, una nuova presenza di carattere industriale, iniziata di fatto con la Metaltex. Il comparto agricolo rimane comunque un settore vitale dell'economia locale. (da http://www.informazione.tv)

Adottiamo Viale Colombo e ….. le sue palme”. È questo il titolo di un’iniziativa che è anche l’impegno assunto da parte dei florovivaisti aderenti a Marcheflor della Cia – Confederazione Italiana Agricoltori. I florovivaisti di Grottammare, infatti, chiedono all’amministrazione comunale di poter sostituire a proprie spese le palme che verranno abbattute a seguito dell’azione del Punteruolo rosso lungo la caratteristica Viale Colombo. Il lungomare della Perla dell’Adriatico rischia, proprio a causa del Punteruolo Rosso, di cambiare fisionomia già in occasione della prossima stagione estiva. Attraverso un’azione mirata e concreta i florovivaisti della cittadina marchigiana voglio attuare un preciso piano di intervento per far rimanere inalterato il patrimonio palmizio in uno degli angoli più belli e caratteristici di Grottammare. “Il distretto florovivaistico di Grottammare – ha detto il presidente di Marcheflor Giuseppe Santori – è conosciuto in tutto il mondo. Proprio a Grottammare di concentrano tantissime aziende che danno lavoro a diverse centinaia di addetti sia diretti che indiretti. Una delle piante che caratterizza la nostra produzione è la palma e quindi non possiamo pregiudicare l’immagine delle nostre aziende e di conseguenza del territorio nel quale operiamo a causa del Punteruolo Rosso, ma soprattutto della Paysandisia Archon che ha bloccato di fatto la commercializzazione delle palme prodotte nel Piceno a causa di una opinabile norma di un ente regionabile. Per questo motivo offriamo la nostra disponibilità all’amministrazione comunale di sostituire le piante malate di Viale Colombo con nuove palme che provvederemo  noi a piantare”. “Con questa azione – ha aggiunto Massimo Sandroni presidente della Cia Confederazione Italiana Agricoltori delle province di Ascoli e Fermo – intendiamo sensibilizzare le istituzioni anche sulla realtà in cui versa il florovivaismo del distretto grottammarese uno dei più importanti in Italia e in Europa. Ad esempio gli operatori del settore non possono commercializzare alcune produzioni a seguito di un’interpretazione  di una Legge Regionale. Mi riferisco alla norma ”  Il Polo Florovivaistico di Grottammare è ormai da tempo una consolidata realtà del panorama nazionale e internazionale che opera da anni a partire dal proprio territorio contribuendo notevolmente al suo sviluppo economico, sociale e turistico. Proprio l’amore per le proprie radici, il senso di appartenenza ad un tessuto sociale forte hanno spinto il polo florovivaistico a scendere in campo nell’attuale lotta al punteruolo rosso. Tesi condivise da parte del sindaco di Grottammare Luigi Merli che ha accolto favorevolmente l’impegno di “adozione” di Viale Colombo consapevole che è un ulteriore atto d’amore verso la propria città e il proprio territorio che tanto ha dato ai florovivaisti,  ma a cui loro non hanno mai negato nulla.

 
 

Cari associati, nell'augurare a tutti un buon Natale e un felice 2010 vorrei riportare una notizia apparsa sul Sole 24 Ore in questi giorni;

... In India si usa dire che non  sarai mai davvero povero finché potrai permetterti un tozzo di pane e una cipolla. Per molti l'acquisto di questo umile bulbo - che tra l'altro costituisce la base di innumerevoli ricette indiane - è improvvisamente diventato un lusso: nel giro di una settimana, a causa del maltempo che ha rovinato i raccolti, il prezzo di un chilo di cipolle è raddoppiato, arrivando fino a 70 rupie, circa 1,20 euro. Una cifra che può essere insostenibile in un paese in cui 420 milioni di persone - un quarto della popolazione - vivono sotto la soglia di povertà. Per il caro-cipolla si può morire di fame. La gente lo sa. E lo sa anche il governo... 

Fa forse sorridere che una delle più forti economie emergenti, vada in crisi per la mancanza di un bene alimentare come la cipolla, ma tale evento   mette in luce tutta la fragilità delle politiche economiche e sociali e agricole che contraddistinguono gli ultimi decenni. Fa  riflettere ciò che accade nel mondo globalizzato, dove   vediamo un globo con due facce, uno che è in affanno per una crescita che non c'è più e un altro che invece è  in crisi perché non riesce a produrre  quanto serve. Vorrei  a tal proposito commentare quello che succede nel nostro mondo globalizzato con il pensiero espresso da  Maria Osmarina Marina Silva Vaz de Lima (1958), membro del Partito Verde Brasiliano e candidata alla presidenza della repubblica nelle elezioni presidenziali del 2010, la quale afferma:  << ……. Certo, tutto quello che si può fare a beneficio dei poveri è benvenuto, ma è necessario porre in discussione la profondità e la portata delle azioni meramente compensatorie perché si annida, in esse, un substrato preoccupante: la tacita accettazione che la povertà sia un evento "normale" nella società competitiva, sempre che sia mantenuto sotto controllo, per motivi di sicurezza spesso mescolati ad un sentimento umanitario. La tendenza alla cristallizzazione di questa logica è chiara nel mondo attuale, nel momento in cui la velocità e l'ampiezza della circolazione delle informazioni sono servite fino ad ora (anche) per permettere la visualizzazione della povertà come un fenomeno planetario scandaloso generatore di due mondi. Il mondo degli inclusi nel benessere della globalizzzione e quello degli esclusi, che compongono permanentemente la categoria di "problema sociale", ossia una specie di sub-umanità. Quando si discute la povertà, si deve quindi far riferimento a questa terribile e inaccettabile razionalità, che rivela la spaventosa fossa tra etica ed economia. È come se le ragioni economiche dovessero orientare i nostri valori e il nostro senso di umanità, e non il contrario…>>

Concludo condividendo pienamente che "non c'è nessun motivo perché globalizzazione significhi necessariamente una separazione di mondi di tal genere, incompatibilità con una economia orientata da valori umani. L'approccio etico, e non meramente strumentale, dell'economia è oggi la nostra grande sfida. Forse è il segreto per disfare il nodo che strangola gli sforzi per combattere le situazioni di povertà nel mondo,  dal momento che metterà in evidenza la brutale, disumana incoerenza tra intenzioni e azioni di coloro che, dall'alto del loro potere, come in un estemporaneo circo romano, determinano "per motivi economici", chi deve sopravvivere e chi deve morire.

Un augurio di cuore

Il presidente provinciale Massimo Sandroni