Il presidente della Cia di Ascoli Piceno  rinnova l’appello alla prossima amministrazione regionale che uscirà dalla prossima consultazione: di porre tra i primi impegni la convocazione di ‘forum’ sulla situazione e le prospettive del settore agricolo.
“L’agricoltura deve tornare tra le priorità economiche. Il settore, che sta vivendo una delle crisi più difficili degli ultimi trent’anni, ha l’impellente necessità di un ‘attenzione nuova, di politiche mirate e propulsive, di strategie che rilancino la competitività e lo sviluppo delle imprese. Occorrono interventi a sostegno degli agricoltori, sempre più penalizzati da costi produttivi, contributivi e burocratici asfissianti, da prezzi sui campi in caduta libera, da redditi falcidiati.
“Comunque, davanti all’attuale complessa crisi, chiedo ai candidati Governatori un deciso impegno perché l’agricoltura nelle politiche regionali trovi lo spazio che merita.
“Insomma, con la progressiva cessazione di buona parte dei trasferimenti di risorse vincolate all’agricoltura dallo Stato alle Regioni, l’agricoltura -rimarca Sandroni- dovrà sempre più competere con settori socialmente più forti o a spesa più rigida. E’ il caso della sanità, della previdenza, dell’istruzione e dei trasporti locali. Le Regioni saranno pressate dalla necessità di assicurare sia la copertura integrale della spesa per i servizi essenziali, sia la quota di cofinanziamento per l’attuazione dei programmi comunitari o la copertura dei mancati stanziamenti del bilancio dello Stato, cosa che è apparsa evidente nella manovra finanziaria 2010-2012. E così aumenteranno le difficoltà delle Regioni a trovare copertura finanziaria per lo sviluppo dell’agricoltura”.
“Nella prospettiva del federalismo fiscale, siamo pronti a cogliere -rileva il presidente della Cia- tutte le possibilità per gli agricoltori di accedere all’insieme delle politiche regionali. Emerge, dai programmi regionali, che ci sono settori di intervento -ricerca, infrastrutture territoriali, formazione, azioni ambientali- che interessano direttamente le imprese agricole; altre -per esempio infrastrutture collettive, logistica, miglioramento della qualità della vita- che, pur non riguardando direttamente i singoli operatori, hanno ricadute rilevanti sulla loro attività”.