Mediterraneamente Sulle Tracce Del Giardino Mediterraneo
Il Mediterraneo è mille cose insieme, non un paesaggio ma innumerevoli paesaggi, non un mare ma un susseguirsi di mari, non una cultura ma un insieme di culture accatastate le une alle altre. Da millenni tutto è confluito verso questo mare, scompigliando e arricchendo la sua storia. (Fernand Braudel, il mediterraneo. lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni , Bompiani).
Quale posto occupa il giardino mediterraneo nella nostra società? Nonostante le tendenze degli ultimi anni, che dimostrano una volontà condivisa di ritorno alla terra, prevale oggi il progressivo distacco dal mondo vegetale, così anche la perdita del legame proprio della cultura mediterranea di comunità che vivono in simbiosi con il mondo vegetale. Nella società contemporanea, dove tutto è già pronto per l’uso, spesso non si conosce l’albero del frutto che mangiamo. Il progetto è un invito a considerare l’importanza della vegetazione come fattore identitario che ci riporta alle nostre origini di civiltà mediterranea; creare spazi urbani con l’utilizzo di queste specie vuol dire far conoscere e diffondere un pezzo della storia che a noi tutti appartiene.
STEP 1
Il progetto affida agli abitanti del mediterraneo il compito di rintracciare i caratteri identitari dei paesaggi nei quali vivono o hanno vissuto; lo strumento utilizzato è un sondaggio dal titolo “Mediterraneamente. Sulle tracce del Giardino Mediterraneo” diffuso utilizzando il social network Facebook. Un questionario propone un abaco di 70 specie vegetali, tra quelle più emblematiche, e chiede ai partecipanti di raccontare una storia relativa ad una singola specie selezionata. Dalle 100 storie raccolte emerge un’immagine del paesaggio mediterraneo, che si sviluppa nel contesto urbano o rurale, a cui vengono associate luoghi quali il balcone, la corte interna, lo spazio pubblico, l’orto, il cortile. Le prime 5 piante più votate, sono: boucanville, citrus lemon, morus alba, capperus ovata e ficus carica. La varietà delle piante scelte dai partecipanti racconta, dal nord al sud Italia, le diverse sfumature di un paesaggio ricco e vario in tutti i suoi aspetti, che associa specie ornamentali urbane al paesaggio produttivo meno addomesticato e più arcano.
STEP 2
Il progetto evoca il mare Mediterraneo, comune denominatore delle terre che nelle sue acque si affacciano, simbolo del viaggio, luogo di scambio e contaminazione. Sono i suoi abitanti che lo raccontano, regalandoci scene di vita, momenti di storia, viaggi percorsi, come messaggi in bottiglia, nel flusso virtuale di internet. Il giardino temporaneo materializza questa metafora per raccontare nello spazio pubblico, l’aspetto intangibile che si nasconde nelle piante. Le 5 specie più votate entrano nel progetto con un valore simbolico, narrando secoli di storia e di cambiamenti e l’idea di un giardino condiviso in cui ritrovare una parte di se. Le 100 storie raccolte sono esposte per invitare i passanti a interagire, lasciando un messaggio in bottiglia, nell’istallazione, un mare acrilico collegato visivamente al Mediterraneo.
STEP 3
Durante i giorni di permanenza del giardino temporaneo, il progetto prevede alcuni incontri tematici, che spaziano dalla letteratura alla poesia, dal mito alla tradizione, invitando a ripercorrere, insieme agli abitanti di Grottammare, gli aspetti storici, mitici e contemporanei che ruotano attorno ad una specifica pianta (alloro, papiro, melograno). La storia del Papiro, ad esempio, illustra in modo significativo come questa specie abbia influito nella nostra cultura, determinando in tutte le lingue, il modo per indicare la carta, supporto della scrittura che anticamente veniva ottenuto dalla pianta.
Antonia Di Lauro
Il Giardino Mediterraneo Comunitario
[...] si può dire, semplificando, che il mediterraneo realizza il proprio equilibrio vitale a partire dalla triade ulivo-vite-grano. [...] guardate ancora oggi, a Napoli o a Palermo, gli operai che durante l’ora di pausa mangiano all’ombra di un albero o di un muretto: si accontentano del ”companatico”, un condimento di cipolle o di pomodori sul pane innaffiato di olio, e lo accompagnano con un bicchiere di vino. Qui la trinità mediterranea si dà appuntamento al gran completo: l’olio d’oliva, il pane di frumento e il vino dei vicini vigneti. Tutto questo, ma non molto di più. (Fernand Braudel, il mediterraneo. lo spazio, la storia, gli uomini, le tradizioni, Bompiani.)
Il progetto si propone come prototipo di giardino comunitario mediterraneo, replicabile in piccole aree urbane ma anche in spazi minimi privati come corti interne, terrazze, balconi, slarghi. Il giardino interpreta le esigenze della società contemporanea di microspazi pubblici di relax, accoglienti e domestici, con qualità didattiche, terapeutiche, sociali; adotta un‘estetica minimale di manufatti essenziali in materiali riciclati e l’utilizzo di vegetazione emblematica del paesaggio mediterraneo e del suo modo di vivere. Il giardino comunitario mediterraneo rilegge l’aspetto produttivo, da sempre presente nella storia nella cultura mediterranea, affidandogli un nuovo ruolo educativo-didattico, sociale ed ecologico-ambientale. Il giardino si configura come un microcosmo ma anche come spazio aperto, flessibile ed accessibile anche ai diversamente abili, suddiviso in quattro aree tematiche, composte da moduli in legno e materiali di riciclo. Ogni area è fortemente identificata dalla prevalenza di un vegetale, un modulo di arredo caratterizzante, una operazione di lettering nella pavimentazione; l’associazione di un colore, un simbolo, una coltura arborea. L‘area dell’olio è marcata dalla presenza di un albero di ulivo, un sistema componibile di sedute e spalliere realizzate in legno riciclato e spago intrecciato colorato. Nell’area del vino predomina la vite, associata ad un pergolato composto da moduli di legno e corda con un sistema di sedute in legno sempre riciclato ed una fioriera. Nell’area del grano si concretizzano, oltre le funzioni produttive e di relax, anche quelle educativo-didattico; un tavolo di coltura rialzato per diversamente abili contiene infatti diverse varietà di grano promuovendo esperienze tattili di apprendimento, in oltre dei moduli di parete verticale in legno e feltro in scarti lana, consentono la coltivazione di piante aromatiche, mentre aiuole con una collezione di graminacee svolgono una funzione prettamente decorativa. Il ruolo sociale del giardino si concentra nella quarta area, quella conviviale, dove sono presenti i prodotti delle tre colture - olio, pane e vino - e dove, riprendendo le parole di Braudel, si da appuntamento la trinità mediterranea. È uno spazio per la degustazione offerta dai produttori (viticoltori, panettieri, olivicoltori); ogni giorno, a determinate ore della tarda mattinata o del pomeriggio, si determina una comunità spontanea ed involontaria che si incontra nel giardino per riscopre il piacere di condividere il “companatico” e realizzare una immersione effimera nell’immaginario mediterraneo.
Elisabetta Nucera
Code Garden
Le strutture dei giardini, come quelle letterarie, variano per dimensioni e forme. Mentre alcuni giardini, ci conducono attraverso eventi interessanti, altri ci avvincono con la loro forma, con le loro simmetrie e ripetizioni, come dei versi ritmati. (C. W. Moore, W. J. Mitchell, W. jr. Turnbull, La poetica dei giardini, Franco Muzzio Editore)
Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dei giardini; è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano; compaiono in civiltà ed epoche diverse ed in luoghi lontani. Lo studio dei possibili significati dei labirinti rappresenta un argomento estremamente attuale, il simbolismo e le mitologie ad essi associati, hanno da sempre risvegliato l’interesse di ricercatori, antropologi, studiosi di comunicazione e psicologi. Il mito racconta di Teseo che, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro, nascosto al centro del labirinto di Cnosso, e a trovare poi la via d’uscita. Il labirinto può essere oggetto di numerose interpretazioni tutte valide e coerenti. Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire; l’antico dedalo egizio, invece, rifletteva la struttura dell’universo; in alcune regioni africane il labirinto ha la forma di una giostra strategica; nell’isola di Malekula il dedalo è un gioco di abilità; in Cina il labirinto ha una funzione di difesa contro gli assalti del male. Anticamente per lo più univiario (o unicursale), ovvero costituito da un unico, involuto percorso che conduceva inesorabilmente al suo centro, il labirinto è oggi sinonimo di tracciato multiviario (o multicursale). In Europa si diffonde maggiormente nel tardo rinascimento, evoluzione dei giardini all'italiana, ma negando di questi la ricerca classicista all'armonia e all'ordine perfetto. I primi labirinti di siepi furono realizzati intorno al '500, ma nel tempo hanno perso gran parte dei loro significati magici e religiosi, restando sovente un semplice gioco. Il Code Garden è uno spazio interattivo, un labirinto che riproduce un grande codice QR (Risposta Rapida, ecco cosa significa QR CODE acronimo di quick response evoluzione del tradizionale codice a barre). I riferimenti progettuali partono dalla tradizione del giardino formale, reinterpretati attraverso l'uso di forme geometriche nitide, fino ai giorni nostri attraverso questa nuova procedura virtuale di accedere alle informazioni. Basta avere uno smartphone con una fotocamera e un lettore di codici installato per poter decifrare il codice creato da un disegno di impianto orizzontale. Il labirinto è costituito da una monospecie: il pittosporum, famiglia pittosporaceae, etimologia dal greco “pitta”, pece, resina e ”spora”, seme, perché ha i semi ricoperti di resina; comprende circa 150 specie di arbusti e piccoli alberi, semirustici, dal fogliame persistente e molto decorativo, adatte alla formazione di siepi o alla coltivazione in vaso di dimensioni adeguate. Code Garden a Grottammare, decodificato con un supporto digitale, è il link di accesso al sito di Giardineggiare. Il giardino è quindi sistema informativo che utilizza il dispositivo della realtà aumentata, spazio ludico, nuova frontiera della ricerca figurativa associata alla comunicazione.
Marco Cosenza/Eleonora Rositani
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