Che fine a fatto il decreto attuativo per la vendita dei terreni del demanio ai Giovani Agricoltori?
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La Senatrice De Petris (SEL) ha chiesto in una interrogazione ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'economia e delle finanze, perchè non sia stato ancora adottato l’art. 66 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, che ha disposto che i terreni agricoli e a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato e degli altri enti pubblici, debbano essere locati o alienati con diritto di prelazione per i giovani imprenditori agricoli. ai sensi del citato articolo, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, deve adottare entro il 30 giugno di ogni anno un decreto di natura non regolamentare per individuare l'elenco dei terreni di proprietà pubblica da rendere disponibili per i giovani imprenditori agricoli; Tale decreto, che avrebbe dovuto essere predisposto entro il 30 giugno 2012, non risulta ad oggi ancora adottato;
La senatrice nella interrogazione ha ricordato che l'Italia manifesta tuttora un grave ritardo nei processi di ricambio generazionale dei conduttori agricoli, risultando ad oggi, insieme al Portogallo, il Paese con il più alto tasso d'invecchiamento, con 1 giovane agricoltore con meno di 40 anni ogni 14 conduttori agricoli che hanno superato i 65;
Secondo stime provenienti dall'Agenzia del demanio, i terreni a vocazione agricola di proprietà pubblica ammontano a circa 380.000 ettari, in buona parte nella disponibilità di regioni ed enti locali.
Da parte nostra auspichiamo che ci sia una risposta positiva e celere da parte del governo.
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“Napolitano – sottolinea il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare - ha gestito con grande saggezza un momento di crisi difficile e saprà continuare a rappresentare al meglio il nostro Paese nel mondo”. Napolitano ha dimostrato grande senso di responsabilità in un frangente in cui la politica ancora una volta ha dimostrato di non saper dare risposte – prosegue Agrinsieme –. Siamo certi che ancora una volta il Presidente saprà a trovare le soluzioni più adeguate per la ripresa istituzionale ed economica e per superare la preoccupante fase di stallo politico che il Paese sta vivendo e che crea danni alle imprese”. “Il Capo dello Stato – conclude Agrinsieme – è uomo autorevole delle Istituzioni e in questi anni ha dimostrato di essere vero garante della Costituzione. La sua sarà un’azione consapevole del ruolo essenziale, per l’economia del Paese, del sistema agroalimentare che, compreso l’indotto, vale il 17 per cento del Pil italiano”.
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Alla vigilia della 33 esima edizione della Giornata mondiale della Terra, voluta dall’Onu, che si svolgerà domani 22 aprile, l’agricoltura si conferma un settore strategico per gli equilibri ambientali del Pianeta, a partire dal capitolo “energia”. Se verranno rispettati gli obiettivi europei, infatti, entro il 2020 il 45 per cento delle rinnovabili verrà dalle campagne, cioè dalla rivalutazione energetica degli scarti di campi e stalle. Proprio partendo da una parziale riconversione delle aziende agricole le campagne potrebbero arrivare a rifornire il nostro Paese non solo di cibo, ma anche di energia. Arrivando complessivamente a incidere notevolmente sulla nostra dipendenza dall’importazione di combustibili fossili. Con un doppio vantaggio: fino a 20 miliardi di euro di risparmio in termini di costi e, soprattutto, un grande beneficio all’ambiente con 240 milioni di tonnellate in meno di Co2 nell’aria nei prossimi dieci anni. Perché quello che rende particolarmente conveniente la produzione di agro-energie è la natura della fonte che viene trasformata, in tutti i casi costituita da scarti di produzione. Quindi da materiali che altrimenti andrebbero smaltiti, con i problemi logistici ed economici che questo comporta. L’agricoltura che fa bene all’ambiente, quindi, fa bene anche a se stessa e lo dimostra il fatto che dal 2008 a oggi la produzione di energia da biomasse agroforestali è cresciuta del 60 per cento all’anno. Una delle fonti più redditizie di agroenergia è fornita dagli scarti delle potature di alcune delle nostre più importanti produzioni nazionali: l’olivicoltura. E si stima che solo da rami e fronde degli ulivi della regione più olivicola d’Italia -la Puglia- si possono ricavare ben 700 mila tonnellate l’anno di biomassa: materiale di scarto che viene trasformato con un macchinario aziendale in cippato e pellet, fonti di energia termica da riscaldamento domestico e con una resa altissima, pari all’85 per cento.
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Reg. CE 1234/2007 e Reg. CE 555/2008 e loro ss.mm.ii. - Decreto MIPAAF n. 1831/2011 e succ. mod. e int. - Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo. Modifiche alla DGR Marche n. 1629 del 26/11/2012 concernente le disposizioni attuative regionali in ordine alla misura investimenti. Campagna 2012/2013
Delibera di Giunta Regione Marche - Servizio Agricoltura, forestazione e pesca n. del 57 del 28/01/2013
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Reg. CE 1234/2007 e Reg. CE 555/2008 e loro ss.mm.ii. - Decreto MIPAAF n. 1831/2011 e s.m.i. - Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo. Integrazioni alla DGR Marche n. 57 del 28/01/2013 concernente le disposizioni attuative regionali in ordine alla misura investimenti. Campagna 2012/2013
Delibera di Giunta Regione Marche - Servizio Agricoltura, forestazione e pesca n. del 132 del 18/02/2013
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