Come purtroppo previsto in un post precedente, la Ue dice no  alla legge sull'origine. I commissari europei per la Salute e Tutela del consumatore, John Dalli, e per l'Agricoltura, Dacian Ciolos, bocciano la legge italiana sulla etichettatura degli alimenti. Secondo, i due commissari la norma italiana sull'etichettatura d'origine dei prodotti è «non opportuna» e chiedono di soprassedere fino a quando non sarà adottato un regolamento a livello comunitario. Si tratta, dunque, del primo passo verso l'avvio di una nuova procedura di infrazione nei confronti del Belpaese.

Già nel 2004, va detto, fu approvata una legge (la n. 204), che obbligava a indicare le materie prime nelle etichette. E già in quell'occasione, la Commissione europea diffidò l'Italia dall'applicarla. Nel gennaio 2010, invece, il governo Berlusconi inviò a Bruxelles il nuovo testo di legge, poi approvato a febbraio 2011. E alle critiche mosse in sede europea sul provvedimento non rispose. Oggi lo scenario si ripropone; la legge in questione, comunque, non potrà avere alcun effetto senza i il varo dei decreti attuativi. Inoltre, la normativa italiana dovrà superare anche lo scoglio di Bruxelles, che già ha fatto capire le sue intenzioni.

Il ministro alle politiche agricole, Saverio Romano, si appresta però  a varare un nuovo decreto ministeriale «in cui stabilisce la metrica e l'etichettatura per i prodotti già autorizzati dall'Ue», cioè  la carne bovina, il latte fresco, il miele, l'olio e i prodotti ortofrutticoli. Il ministro. Romano ha, poi, annunciato, che la prossima settimana incontrerà le organizzazioni di categoria e i consumatori «per limare il decreto che è già pronto e vedrà la luce nelle prossime settimane».