Il programma Frutta e verdura nelle scuole per l'anno scolastico 2016-2017 non era partito col piede giusto sin dal momento della pubblicazione del bando sul sito del Ministero delle politiche agricole. Da quella gara dal valore complessivo di 25,5 milioni di euro, infatti, si erano tirate indietro - non senza un certo scalpore tra gli addetti ai lavori - le principali cooperative che negli anni passati avevano sviluppato il progetto per incentivare il consumo di frutta e verdura tra i bambini dai sei agli undici anni: Apofruit, Orogel Fresco e Apo Conerpo. Ma nelle ultime settimane sono montate, da Nord a Sud nei nove lotti in cui è suddivisa la fornitura dei prodotti ortofrutticoli ai ragazzi delle scuole italiane, diverse polemiche sulla qualità della frutta fatta consumare agli studenti. Polemiche che sono sfociate anche in un'interrogazione parlamentare, presentata dal deputato Nino Minardo (Alternativa popolare) che ha chiesto al ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, più controlli sull'attuazione di questo programma europeo finanziato con aiuti comunitari e nazionali. «Bisogna rivedere il sistema delle gare di appalto per le forniture, che dovrebbe essere a livello regionale», questa la posizione del parlamentare, «concentrando l'attenzione soprattutto sui prodotti locali di qualità che possono essere utilizzati con maggiori controlli. I prodotti ortofrutticoli al centro del progetto - 19 tipologie di frutta e quattro prodotti orticoli (carota, pomodorini finocchio e sedano) - devono essere di prima categoria, avere un grado di maturazione ottimale al momento della somministrazione ed essere di provenienza comunitaria. Anche se in linea con le disposizioni del Programma, quando pero le famiglie hanno visto che ai loro figli venivano date albicocche e pesche spagnole, qualche rimostranza c'è stata. Si sono poi registrate diverse segnalazioni inerenti la qualità: fragole spappolate, albicocche avvizzite e ciliegie ammuffite. Insomma, difficile convincere i bambini a mangiare la frutta con questi prodotti.   "Ci sentiamo di sostenere la proposta di un maggior monitoraggio del progetto che in assenza di attenti controlli  finisce per premiare  solo chi offre il miglior ribasso  dell'asta rispetto alla qualità del prodotto spiega Ugo Marcelli presidente della CIA di Ascoli Piceno e Fermo .