Con l'incredibile balzo in avanti delle vendite online, che solo in Italia sono cresciute del 15% in un anno, anche il fenomeno delle contraffazioni alimentari si sposta sul web e aumenta in volume e valore, tanto che solo nel 2014 ci sono state oltre 160 operazioni per bloccare il commercio in rete di falso "made in italy" per un giro d'affari di oltre 50 milioni di euro. Per questo ora bisogna lavorare per il potenziamento della lotta alle agro-truffe online. Questa la posizione espressa dalla Cia nel suo intervento al Forum internazionale sulla tutela del cibo vero organizzato dal Mipaaf a Lodi. Più in dettaglio, per combattere l'agropirateria sul web, è necessario partire dall'Ue, rafforzando una normativa omogenea sulle vendite in rete a tutela del produttore e del consumatore e, a livello globale, siglare protocolli d'intesa con cui le piattaforme di commercio elettronico si impegnano a rimuovere subito le referenze dei prodotti contraffatti, in primis quelli a denominazione. Poi bisogna consolidare piattaforme di vendita online realmente italiane e sostenere, con finanziamenti specifici, le imprese italiane che intendono aderire. Inoltre, occorre coordinarsi con le associazioni dei consumatori e partire dal coinvolgimento e la responsabilizzazione delle giovani generazioni, che saranno i nuovi utenti del prossimo futuro. Secondo la Cia fare tutto questo è molto importante anche per sostenere le piccole imprese che intendono avviare un processo di apertura ai mercati stranieri con l'e­commerce, potendo raggiungere direttamente il consumatore internazionale in una nuova forma di vendita diretta.