Il maltempo non ha raffreddato i prezzi dei carburanti, che oggi sono tornati a salire sfiorando punte di 1,9 euro al litro per la benzina e 1,77 euro per il gasolio. Ma queste continue raffiche di aumenti hanno un effetto valanga sulla spesa delle famiglie e degli agricoltori, con un incremento dei costi di trasporto, oltre che di quelli di produzione e di trasformazione. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Gli italiani ormai si trovano a fare i conti ogni giorno con la corsa infinita dei prezzi del carburante, che è sempre più caro: basti pensare che con le quotazioni attuali -spiega la Cia- un litro di benzina arriva a superare il costo medio di 1 kg di arance (1,76 euro) o di 1 kg di pasta di semola di grano duro (1,70 euro) o anche di una confezione da sei di uova di gallina (1,53 euro).

Per gli imprenditori agricoli la situazione è critica -aggiunge la Cia-. Il prezzo del gasolio agricolo è passato da 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,13 euro al litro, con un incremento record del 130 per cento. Il che significa un costo aggiuntivo di circa 5 mila euro per ogni azienda del settore. Un onere gravoso dunque, in particolare per le serre, che soprattutto durante l’inverno fanno un uso considerevole di carburante per il riscaldamento delle colture orticole e floricole.

Ecco perché ora è necessario un intervento mirato per ridurre il peso dei carburanti sui costi produttivi complessivi delle imprese agricole. Tanto più in un momento come questo -conclude la Cia- in cui le misure della manovra, lo sciopero dei tir e i danni provocati dall’ondata di maltempo stanno portando allo stremo l’intera agricoltura italiana.