Il presidente Dario Fruscio lancia l'allarme: avanzi finiti, tra pochi mesi l'Agenzia rischia di schiantarsi Risorse al lumicino.
Gli stanziamenti sono passati dai 215 milioni del 2008 agli attuali 121, ridotte anche le spese Agea è con l'acqua alla gola. L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura dalla quale transitano circa 6,5 miliardi di contributi europei all'agricoltura non ha più risorse. E torna così nell'occhio del ciclone, mentre si è spenta l'eco, ricorrente, della richiesta di commissariamento. L'allarme è stato lanciato dal presidente Dario Fruscio in occasione dell'audizione presso la commissione Agricoltura del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli enti vigilati dal ministero delle Politiche agricole. I trasferimenti all'Agenzia infatti, secondo i numeri sciorinati dal presidente, sono scesi ai 121 milioni di quest'anno da 215 milioni del 2008. Anche le spese di funzionamento si sono ridotte: 240 milioni nel 2008, 218 nel 2009, 209 nel 2010 e 147 quest'anno. Sono stati utilizzati tutti gli avanzi di amministrazione, ma ora anche le «scorte» sembrerebbero esaurite e dunque si rischia di chiudere. Agea, infatti, come ha ricordato il presidente «è l'unico referente per l'Italia verso la Commissione di Bruxelles e se dovesse fermarsi, automaticamente ciò bloccherà il flusso di tutti gli aiuti economici agli agricoltori italiani».
Anche le organizzazioni agricole hanno espresso preoccupazione. Il presidente della Cia, Giuseppe Politi, ha apprezzato la scesa in campo di Fruscio: «Non possiamo rischiare il black out — dichiara — altrimenti sarà la rivoluzione tra gli agricoltori. Bisogna anzi far funzionare meglio l'Agea per utilizzare maggiori risorse e non pagare sanzioni».