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Le federazioni regionali di Cia, Coldiretti e Confagricoltura Lombardia sono state costrette a rompere il tavolo della trattativa per il rinnovo dell’accordo sul prezzo del latte alla stalla. A seguito del nuovo incontro con il gruppo Italatte, lunedì 3 novembre, constatata l’impossibilità di raggiungere un’intesa su un livello di prezzo soddisfacente per gli allevatori, le organizzazioni agricole congiuntamente hanno deciso di abbandonare il tavolo, interrompendo un negoziato in cui “non si intravede alcuna possibilità di una soluzione positiva”. A fronte di tale situazione, si legge ancora nella nota inviata dopo l’incontro, Cia, Coldiretti e Confagricoltura Lombardia “ritengono necessario attivarsi per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla grave situazione che coinvolge attualmente il comparto latte e che mette a rischio la sopravvivenza stessa di numerosi allevamenti”.
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Il Consiglio europeo ha chiuso l’accordo sugli obiettivi al 2030 in tema di clima ed energia, prevedendo da qui a quindici anni il -40 per cento di emissioni di gas serra, il +27 per cento di rinnovabili e il +27 per cento di efficienza energetica. Secondo Cia e Aiel l’esito dell’intesa è deludente rispetto alla gravità degli effetti del cambiamento climatico in atto. Pur riconoscendo, infatti, il valore di questi impegni come monito per gli altri grandi Paesi, soprattutto Usa e Cina, in vista del prossimo appuntamento internazionale di Parigi nel 2015, si evidenzia un’Europa ancora incerta e stretta nelle maglie del compromesso al ribasso. Per Cia e Aiel ci vuole più coraggio se si vuole garantire un futuro alle nuove generazioni, tanto più che i maggiori esperti sono oramai concordi nell’affermare che per contenere il riscaldamento del pianeta sotto la soglia di +2°C (sopra la quale gli effetti saranno devastanti) è necessario ridurre le emissioni climalteranti del 95% entro il 2050.
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Il presidente della Cia Dino Scanavino ha partecipato, con i presidenti di Confagricoltura Mario Guidi e di Fedagri Giorgio Mercuri, alla tavola rotonda organizzata dalla Uila nell’ambito del suo V Congresso nazionale sul tema del lavoro nero in agricoltura. “Se il tema è quello del ‘sommerso organizzato’ -ha spiegato Scanavino- stiamo parlando di aziende che non vogliono aderire a quelle che sono norme di civiltà, prima ancora che diritti sindacali e contro queste imprese la repressione deve essere massima. Ma se invece stiamo parlando di semplici irregolarità, queste sono più spesso generate da una burocrazia opprimente che da una volontà di non seguire le regole”.
Sintesi del documento#SOTTOTERRA INDAGINE SUL LAVORO SOMMERSO IN AGRICOLTURA
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In occasione del convegno “Nutrire il pianeta con cibo di qualità”, organizzato presso la Sala Mercede della Camera dal comitato di appoggio dei Sem Terra in Italia, una delegazione della Confederazione guidata dal presidente Dino Scanavino ha incontrato Joao Pedro Stedile, leader dei Sem Terra brasiliani e autorevole dirigente mondiale della Via Campesina. L’incontro è stato di grande interesse, anche a seguito della visita del presidente Stedile a Papa Francesco, guidando una delegazione dei movimenti popolari di tutto il mondo.
Joao Pedro Stedile è nato a Rio Grande del Sud, nel sud del Brasile, nel 1953. È figlio di piccoli agricoltori di origine italiana , le cui famiglie erano emigrate dal Veneto e dal Trentino Alto Adige. La sua vita è stata orientata dal desiderio di studiare e di impegnarsi per gli altri. Ha lavorato per mantenersi agli studi e ha preso la laurea in economia, nell'università cattolica del Rio Grande del sud. Si è occupato di agricoltura lavorando come tecnico della segreteria dell'agricoltura del suo Stato. Il suo primo impegno come militante è stato quello di aiutare i piccoli agricoltori della sua regione, produttori di uva, di origine italiana, ad ottenere un giusto prezzo per il loro prodotto dalle imprese vinicole, per la gran parte multinazionali. Era legato , fin da ragazzo, alla Commissione Pastorale della Terra. Il suo lavoro a favore dei contadini senza terra è cominciato nell'ambito di questa organismo. Ha aiutato un gruppo di contadini che erano stati espulsi da un'area indigena ad organizzarsi. Con loro ha realizzato la prima occupazione di terre in piena dittatura militare il 7 settembre 1979, nella fazenda Macali, nel comune di Ronda Alta. Ha continuato poi ad organizzare occupazioni ed accampamenti. Dalla nascita del Movimento dei Senza terra, nel 1984, è stato coinvolto a pieno nelle sue attività ed è stato poi eletto nella direzione nazionale. Questo lo ha costretto a trasferirsi a San Paolo, dove è la segreteria del MST, dove vive tuttora. Considerato il coordinatore del Movimento, anche se si presenta soltanto come uno dei membri della Direzione Nazionale, Stedile è autore e curatore di diversi libri sul MST e la riforma agraria. (http://www.comitatomst.it)
http://www.youtube.com/watch?v=Lc-Fl-k7fGY
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Via libera in commissione Agricoltura alla Camera agli emendamenti cosiddetti “agricoli” alla legge di Stabilità, che riguardano temi che erano stati bocciati in commissione Bilancio, dove ora torneranno per l’esame dal punto di vista finanziario. Molte le novità: oltre all’approvazione dei fondi a sostegno dell’imprenditoria giovanile e dell’aggregazione di filiera, l’estensione della platea dei benefici Irap estesi anche alle aziende agricole. Tra le novità anche il mantenimento degli enti di ricerca Cra e Inea con commissario unico. Passa anche l’estensione degli aiuti per agevolare la stabilizzazione dei lavoratori in agricoltura. Per quanto riguarda le accise del gasolio, l’aumento è stato sostituito con la diminuzione della dotazione alle aziende.
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