Un importante risultato conseguito grazie all’impegno svolto da tutti gli attori del sistema concentrati in uno sforzo comune. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta il pagamento dei premi Pac agli agricoltori per i quali sarà una vera boccata d’ossigeno soprattutto in un momento di grave crisi per il settore con prezzi sui campi in deciso calo e prezzi produttivi e contributivi sempre più insostenibili.La Cia ricorda che quest’anno la Commissione Ue, proprio in considerazione delle gravi difficoltà che incontrano le imprese agricole, ha concesso la possibilità agli Stati membri di anticipare i premi Pac. E l’Italia ha deciso di anticipare al 16 ottobre scorso il 70 per cento del premio “disaccoppiato” (solo titoli non premi supplementari).I pagamenti -avverte la Cia- sono stati eseguiti da Agea monocratico, per le Regioni di propria competenza, e dagli altri Organismi pagatori regionali, daranno sicuro impulso alle oltre 900 mila aziende agricole che in questi giorni riceveranno oltre 1,3 miliardi di euro. All’anticipo del premio Pac -ricorda la Cia- si aggiungono gli altri pagamenti che dal 15 ottobre sono stati erogati senza ritardi. Il grosso delle liquidazioni riguarda l’anticipo del 70 per cento sul premio unico (1,040 milioni), ma ci sono quasi 90 milioni liquidati per le misure di sostegno al settore del vino (distillazione di crisi, industriale e uso commestibile) e altri 167 per le misure per l’arricchimento, l’estirpazione e la ristrutturazione dei vigneti.Nella prossima settimana -evidenzia la Cia- sono previsti alcuni perfezionamenti per l’erogazione di altri 200 milioni di euro di anticipi Pac, mentre si registrano ancora troppi ritardi nelle liquidazioni dei premi legati al Psr (Piano di sviluppo rurale), dove alla complessa burocrazia di relazione tra le Regioni ed Agea si aggiungono una serie di malfunzionamenti e lungaggini nelle applicazioni sviluppate dal Sin (Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura). E’, comunque, un punto di arrivo importante del lavoro che gli uffici dei Centri di assistenza agricola (Caa) -rimarca la Cia- hanno svolto nella predisposizione delle domande di questa campagna, pur lavorando in un clima di grande incertezza e difficoltà.
La Cia giudica non adeguate le risorse previste. I 280 milioni non garantiscono le aziende e non danno certezze future. Bene l’ammasso dei formaggi, ma da solo non risolve la grave crisi del settore. Ok all’etichetta d’origine, occorrono, però, altri interventi concreti per superare l’emergenza. Sono interventi insufficienti che non garantiscono un valido sostegno alle imprese zootecniche che stanno vivendo una fase di grande emergenza. Resta, comunque, positivo il rientro della misura relativa all’ammasso privato dei formaggi. Questo il commento della Cia-Confederazione italiana agricoltori ai provvedimenti decisi a Lussemburgo al Consiglio dei ministri agricoli Ue.Le risorse stanziate -avverte la Cia- non sono di certo in grado di ridare slancio e vigore agli allevatori che, in questi ultimi anni, sono stati costretti a confrontarsi con una realtà economica e produttiva estremamente difficile, soprattutto nel nostro Paese. Allevatori che stanno, purtroppo, producendo sotto costo, considerati i pesanti oneri produttivi, contributivi e burocratici e la diminuzione del prezzo del latte alla stalla. D’altronde, la parte sostanziosa dei finanziamenti previsti dall’Ue -sottolinea la Cia- andrà a coprire le spese per l’ammasso dei prodotti e, quindi, gli interventi diretti alle imprese zootecniche potrebbero rilevarsi estremamente esigui. L’Ue, vista la gravità del settore, deve mettere all'ordine del giorno la costituzione di un vero e proprio "enveloppe finanziario" per attuare nel concreto -sostiene la Cia- una serie di misure che consentano alla zootecnia da latte italiana di uscire dall'attuale stato di crisi.Nel ribadire l’importanza dell’etichettatura d’origine del prodotto, la Cia ricorda, però, che questa non rappresenta una misura sufficiente per garantire le imprese e darebbe le opportune certezze economiche future.Per questo motivo, la Cia riafferma l’esigenza di interventi urgenti e tangibili per sostenere le aziende zootecniche da latte e, pertanto, ribadisce che non deve mancare la concreta attenzione del governo italiano e dei suoi ministri di competenza. A tale riguardo dobbiamo ricordare che dopo mesi non sono ancora disponibili per gli allevatori i 45 milioni di euro previsti dalla legge 33 dell'aprile 2009

 

Il presidente della CIA di Ascoli Piceno ha partecipato Sabato 10 ottobre ad  Amandola, al convegno Certificazione Del Processo Della Filiera Agro-Alimentare Come Strumento Di Valorizzazione Del Territorio”. L’evento organizzato con Comune di Amandola ed il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, è  stato l'occasione per discutere della certificazione, quale strumento per valorizzare le produzioni locali e il territorio dei Monti Sibillini. 

 Sintesi della Relazione

Numerosi  agricoltori della CIA di Ascoli Piceno ha partecipato ad  un viaggio a Bari presso la Fiera Agrilevante, la fiera specializzata più importante del centro e sud Italia. Gli agricoltori hanno cos' potuto mettere a confronto le varie tecnologie e conoscere le soluzioni piu’ avanzate visitando i cinque padiglioni e l’area esterna in cui si sviluppa la rassegna. Ad Agrilevante erano in mostra trattrici, macchine operatrici e attrezzature per ogni tipo di coltivazione, nonche’ tecnologie per la lavorazione, trasformazione, conservazione e confezionamento dei prodotti soprattutto delle filiere olivicolo-olearia, vitivinicola e ortofrutticola.



 


      

 

 

Il presidente della Cia di Ascoli Piceno ha partecipato a  Lecce alla terza Conferenza economica organizzata da CIA nazionale. Numerosi i partecipanti all’incontro aperto  da una relazione del presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi e seguito poi dagli   interventi di Luca Zaia ministro delle Politiche agricole, di  Paolo De Castro presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, di Paolo Russo  presidente della Commissione Agricoltura della Camera, di Alfonso Andria  vicepresidente della Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare del Senato  e di Dario Stefano, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia.

Diversi gli spunti di riflessione nella relazione di Giuseppe Politi,  segnala il presidente della Cia di Ascoli Piceno – Massimo Sandroni – in particolare l’analisi fatta sulla azione politica  del Governo Italiano che nel complesso  risulta debole ed ha un impatto economico marginale sul mondo agricolo. Sia i  sei decreti anticrisi, che  la finanziaria 2010 denotano un taglio di risorse per gli agricoltori di circa 550 milioni di euro l’anno e l’annullamento dell’intervento dello Stato sulle assicurazioni agevolate.

Interessanti anche le proposte del presidente nazionale di dare attuazione ai decreti delegati sulla regolazione dei mercati, di revisionare le  leggi sulle organizzazioni di produttori, e promuovere l’associazionismo e la contrattazione interprofessionale al fine di mitigare le difficoltà che gli agricoltori incontrano nella commercializzazione delle produzione agricole

Il presidente Sandroni riporta infine la conclusione di Politi che afferma “ è necessario porre l’agricoltura e le imprese al centro delle politiche agricole. Lo dice il G8 e lo sostiene, fin dall’inizio del suo mandato, il ministro Zaia. Bene. Condividiamo. Traduciamo questa affermazione in fatti”.