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Agrinsieme ha presentato al ministro Giuliano Poletti un documento di proposte sul lavoro. In esso viene rilevato che l’agricoltura può creare centomila nuovi occupati, ma occorrono politiche innovative, propulsive e mirate. Agrinsieme ha espresso un giudizio positivo sul recente dl del governo che rappresenta un primo importante segnale della volontà di rendere più fluido il mercato del lavoro, reduce, dopo la riforma Fornero, da una serie di interventi di particolare rigidità che non hanno incentivato la creazione di nuovi posti né la stabilizzazione di quelli esistenti. Significative le modifiche per facilitare il ricorso all'apprendistato, strumento principale per l'inserimento lavorativo dei giovani, finora frenato, nelle sue potenzialità, da una regolamentazione troppo formale e complessa. Il documento sul lavoro presentato al governo da Agrinsieme contiene proposte per favorire l’occupazione in agricoltura. Il settore, infatti, è strategico per la ripresa e racchiude le potenzialità necessarie per creare centomila nuovi posti, specialmente tra i giovani. Servono, però, politiche innovative, propulsive e mirate.
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Nella “Terra dei fuochi” le aree ritenute sospette rappresentano solo il 2 per cento, per un totale di 21,5 km quadrati, di cui 9,2 destinati all'agricoltura “su un totale di 1.076 km quadrati di terreni mappati in 57 comuni. Lo ha reso noto il ministro delle Politiche agricole Martina, presentando a Palazzo Chigi i risultati delle indagini svolte. Naturalmente, solo se si fa chiarezza e con una puntuale informazione sulla materia, si disinnesca l’effetto psicosi sui consumi che ha colpito il cibo e l’agricoltura campana. La strada intrapresa dai ministri competenti sta andando, dunque, nella giusta direzione. Ora, però, bisogna impegnarsi per restituire all’agricoltura sana della Campania una grande occasione di rilancio.
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Soddisfazione di Agrinsieme per la votazione finale in plenaria del Parlamento europeo che ha rigettato la proposta di regolamento della Commissione Ue sul materiale riproduttivo vegetale. Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha ringraziato per il lavoro e l’impegno profuso Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura, e l’eurodeputato Sergio Silvestris, relatore della proposta di regolamento. A loro va riconosciuto il merito di aver evidenziato tutti i limiti del testo predisposto lo scorso maggio dal commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos. Concordiamo con De Castro che ha commentato - una materia così delicata deve essere trattata in maniera approfondita, con le opportune distinzioni. I 90 atti delegati, le 12 direttive presenti nel medesimo regolamento e la sintesi forzata di temi complessi e differenti tra loro - come la commercializzazione delle sementi e del materiale da propagazione sotto il termine ombrello di "materiale riproduttivo vegetale" - avrebbero potuto creare un fardello amministrativo per gli agricoltori e limitare la scelta e la trasparenza per i consumatori». Eventualità che, secondo De Castro, «non potevano assolutamente essere accettate».
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Il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha firmato, insieme con il commissario unico del governo per Expo 2015 Giuseppe Sala e al commissario generale del Padiglione Italia Diana Bracco, il protocollo d’intesa “Per la partecipazione dell’agroalimentare italiano all’Expo 2015”. L’accordo siglato rappresenta l’occasione per valorizzare le eccellenze scientifiche, culturali, artistiche, architettoniche e paesaggistiche e quelle, più originali ed esclusive, delle filiere economico-produttive del settore. Nell’occasione è intervenuto, a nome di Agrinsieme, il vicepresidente vicario della Cia Cinzia Pagni. Ha sottolineato, tra l’altro, che “Expo 2015 è una grande opportunità per l’Italia che non possiamo assolutamente perdere. Un’occasione fondamentale per rafforzare e rilanciare il nostro agroalimentare nel mondo. Saremo a fianco del ministro Martina per vincere insieme una sfida decisiva per un settore che è un patrimonio inestimabile per il Paese”.
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I dati 2013 del Pil hanno confermato la “tenuta” dell’agricoltura, anche se per le imprese la strada resta piena di difficoltà. Secondo l’Istat, il valore aggiunto agricolo ha fatto registrare una crescita dello 0,3 per cento, mentre nel 2012 era calato del 4,3 per cento. Il settore primario si è rivelato l’unico in controtendenza. “I costi produttivi e contributivi e l’opprimente burocrazia –ha sostenuto il presidente della Cia Scanavino- frenano, però, pesantemente l’attività imprenditoriale, con dirette conseguenze sulla competitività che, purtroppo, continua a scendere. Ecco perché rinnoviamo al governo Renzi l’invito a riaccendere al più presto i riflettori sul mondo agricolo che, con interventi e politiche efficaci, può dare un notevole contributo alla tanta auspicata ripresa, anche in termini occupazionali”. Serve, insomma, una scossa per le imprese, un vero cambio di marcia nella politica agraria nazionale, soprattutto in vista di appuntamenti determinanti come l’applicazione della nuova Pac e Expo 2015.
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