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Il presidente della Cia di Ascoli e Fermo Ugo Marcelli commenta positivamente due norme contenute nel decreto sulla Pubblica amministrazione approvato definitivamente dal Senato. Nella conversione in legge del decreto sulla Pubblica amministrazione, approvato in via definitiva dal Senato, sono presenti, all’art.11 commi 12 bis e 19 bis, due utili semplificazioni nella gestione dei rifiuti agricoli, che la Cia-Confederazione italiana agricoltori da tempo sollecita e che quindi accoglie con molto favore. Si tratta della semplificazione nella gestione dei registri di carico e scarico per i rifiuti agricoli e dell’esonero dall’iscrizione all’Albo nazionale dei gestori ambientali per quegli agricoltori che trasportano autonomamente i propri rifiuti alla piattaforma di conferimento.Quest’ultima modifica normativa, in particolare, non solo esonera gli agricoltori da un adempimento costoso e sprop_orzionato, ma -afferma la Cia- sana anche un disallineamento della normativa italiana con quella comunitaria su questo punto.Da rilevare, infine, che tali semplificazioni -rileva la Cia- vanno ad interessare particolarmente gli agricoltori che aderiscono a circuiti organizzati di raccolta, il che favorirà, assieme alla semplificazione, una maggiore efficienza nella raccolta dei rifiuti agricoli.
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Mercoledì 30 ottobre 2013 a Roma, presso il Palazzo della Cancelleria in Piazza della Cancelleria 1, si è celebrata l'89ª Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata dall'Acri. Il presidente dalle Repubblica Giorgio Napolitano, ha esortato le banche a fornire più credito alle imprese. “I primi e incerti segnali di ripresa -ha affermato- devono indurre a rafforzare tutte le azioni di sostegno all’economia, in uno sforzo generale al quale non può mancare l’apporto del sistema bancario e finanziario”. In questa occasione l’ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa) ha presentato i risultati di un interessante sondaggio realizzato su un campione di circa 1.000 persone. Il 42% della popolazione si ritiene soddisfatto della propria situazione economica personale, mentre il restante 58% no.egli italiani l’uscita dal “tunnel Crisi” è ancora lontana; circa 3 italiani su 4 prevedono che la situazione negativa duri per altri 3 o 4 anni. Sono state colpite dalla crisi il 40% delle famiglie: il 20% ha perso il lavoro; il 15% dichiara un peggioramento delle condizioni di lavoro; il 3% non viene pagato con regolarità; il 2% ha dovuto cambiare lavoro. Il 26% delle famiglie segnala un seriopeggioramento del proprio tenore di vita. Il 73% segnala di avere difficoltà. Il 65% degli italiani preferisce non investire ma avere liquidità sul proprio conto corrente. Solo il 9% investe la maggior parte dei propri risparmi. Il 34% reputano sia il momento di investire negli strumenti ritenuti più sicuri (risparmio postale, obbligazioni e titoli di stato). Solo il 29% ritiene ideale l’investimento nel mattone (negli immobili). Nel 2010 era il 70%!
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La Cia è intervenuta agli Stati generali del latte che si sono tenuti nel corso della Fiera di Cremona. Per l’occasione si è fatto rilevare che il comparto lattiero- caseario nazionale è solido e ad alta propensione produttiva e che consentirà di avere una grande competitività nel futuro, ovviamente con interventi mirati da parte del governo. Abbiamo anche ribadito che, dopo la fine del regime delle quote latte, sarà importante puntare sull’autogoverno e sulla regolazione della produzione, in modo da evitare speculazioni e modificare gli equilibri del mercato.
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 Il  26 ottobre, alla manifestazione “Italia rinnovabile” organizzata da  Legambiente, Wwf, Greenpeace e Kyoto Club a Roma, lungo i Fori Imperiali.   La Confederazione, che ha fatto parte del Comitato promotore di “Italia rinnovabile”,  ha avuto l’occasione per riaffermare che nel campo delle energie rinnovabili proprio  l’agricoltura riveste un ruolo di primo piano. La Cia, d’altronde, è convinta che questa  strada andrà ulteriormente sviluppata, in modo da dare risposte certe alla sfida energetica.  E ciò è importante anche per contrastare i cambiamenti climatici e creare anche le  condizioni per combattere la povertà e per garantire prospettive di pace.   Per questa ragione la Cia ha promosso uno spazio dove sono state illustrate tutte le  iniziative intraprese per una piena e concreta valorizzazione delle fonti rinnovabili agricole.   Le energie pulite sono, del resto, un obiettivo che come Confederazione stiamo  perseguendo con la massima attenzione e determinazione. Da tempo stiamo lavorando su  questo versante, certi che una scelta del genere rappresenta un elemento fondamentale  per il futuro del nostro Pianeta.   Dunque, siamo scesi in piazza a confronto con i cittadini per un futuro energetico  italiano incentrato sulle fonti rinnovabili e l’efficienza. Perché la rivoluzione energetica  iniziata in questi anni, con oltre 600 mila impianti distribuiti nel nostro Paese e oltre il 30  per cento dei fabbisogni elettrici soddisfatti, non deve essere fermata. Perché oggi è  possibile ridurre fortemente la dipendenza dalle fonti fossili, che fanno male alla salute  delle persone, danneggiano l’ambiente e aggravano la crisi economica.
Il  26 ottobre, alla manifestazione “Italia rinnovabile” organizzata da  Legambiente, Wwf, Greenpeace e Kyoto Club a Roma, lungo i Fori Imperiali.   La Confederazione, che ha fatto parte del Comitato promotore di “Italia rinnovabile”,  ha avuto l’occasione per riaffermare che nel campo delle energie rinnovabili proprio  l’agricoltura riveste un ruolo di primo piano. La Cia, d’altronde, è convinta che questa  strada andrà ulteriormente sviluppata, in modo da dare risposte certe alla sfida energetica.  E ciò è importante anche per contrastare i cambiamenti climatici e creare anche le  condizioni per combattere la povertà e per garantire prospettive di pace.   Per questa ragione la Cia ha promosso uno spazio dove sono state illustrate tutte le  iniziative intraprese per una piena e concreta valorizzazione delle fonti rinnovabili agricole.   Le energie pulite sono, del resto, un obiettivo che come Confederazione stiamo  perseguendo con la massima attenzione e determinazione. Da tempo stiamo lavorando su  questo versante, certi che una scelta del genere rappresenta un elemento fondamentale  per il futuro del nostro Pianeta.   Dunque, siamo scesi in piazza a confronto con i cittadini per un futuro energetico  italiano incentrato sulle fonti rinnovabili e l’efficienza. Perché la rivoluzione energetica  iniziata in questi anni, con oltre 600 mila impianti distribuiti nel nostro Paese e oltre il 30  per cento dei fabbisogni elettrici soddisfatti, non deve essere fermata. Perché oggi è  possibile ridurre fortemente la dipendenza dalle fonti fossili, che fanno male alla salute  delle persone, danneggiano l’ambiente e aggravano la crisi economica. 
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 Nel  seminario tenuto da Turismo Verde  a Roma il 23 Ottobre nell’ambito  della collaborazione con Wwf Italia e relativa al progetto “Agri@Tour: la Pac verso il  2020” è stato ribadito che l’applicazione della riforma della Politica agricola comune in  Italia rappresenta una grande opportunità per la crescita del nostro sistema agricolo e  agroalimentare. Un’occasione che deve essere colta anche dall’agriturismo, che ha un  valore strategico per il Paese non solo come attività ricettiva e turistica, ma anche come  fornitore di servizi legati alla sfera sociale, alla formazione, all’istruzione.   Nel corso del seminario è stato rilevato che nella nuova programmazione  comunitaria, l’agriturismo deve essere, pertanto, collegato allo sviluppo delle filiere corte,  anche valutando l’opportunità, concessa dai regolamenti, di prefigurare uno specifico  “sottoprogramma”, per finalizzare e ottimizzare risorse.  Nella riforma della Pac, infatti, relativamente al secondo pilastro, è prevista la  possibilità che gli Stati membri possano adottare nei Psr un “sottoprogramma tematico”.  Gli agriturismi potrebbero sfruttare quello ipotizzato sulla filiera corta, intesa nel senso  più ampio di rapporto diretto tra azienda agricola e consumatore-fruitore.   Durante il dibattito è stato fatto presente che occorre evitare un eccessivo  frazionamento di approcci tra i diversi Psr, favorendo la creazione di una visione comune  tra Regioni, Stato, Associazioni agrituristiche e Organizzazioni di rappresentanza, con un  partenariato efficace, necessario e richiesto dall’Unione europea.   Il sistema unico di classificazione, recentemente adottato, deve rappresentare un  ulteriore incentivo al miglioramento qualitativo delle imprese agrituristiche, valorizzando i  loro diversi punti di forza: l’enogastronomia tipica, che oggi ha ampliato le sue possibilità  con il recente “decreto del fare”, la fattoria didattica e sociale, la fruizione delle  eccellenze paesaggistiche, ambientali, storiche e artistiche del nostro territorio.
Nel  seminario tenuto da Turismo Verde  a Roma il 23 Ottobre nell’ambito  della collaborazione con Wwf Italia e relativa al progetto “Agri@Tour: la Pac verso il  2020” è stato ribadito che l’applicazione della riforma della Politica agricola comune in  Italia rappresenta una grande opportunità per la crescita del nostro sistema agricolo e  agroalimentare. Un’occasione che deve essere colta anche dall’agriturismo, che ha un  valore strategico per il Paese non solo come attività ricettiva e turistica, ma anche come  fornitore di servizi legati alla sfera sociale, alla formazione, all’istruzione.   Nel corso del seminario è stato rilevato che nella nuova programmazione  comunitaria, l’agriturismo deve essere, pertanto, collegato allo sviluppo delle filiere corte,  anche valutando l’opportunità, concessa dai regolamenti, di prefigurare uno specifico  “sottoprogramma”, per finalizzare e ottimizzare risorse.  Nella riforma della Pac, infatti, relativamente al secondo pilastro, è prevista la  possibilità che gli Stati membri possano adottare nei Psr un “sottoprogramma tematico”.  Gli agriturismi potrebbero sfruttare quello ipotizzato sulla filiera corta, intesa nel senso  più ampio di rapporto diretto tra azienda agricola e consumatore-fruitore.   Durante il dibattito è stato fatto presente che occorre evitare un eccessivo  frazionamento di approcci tra i diversi Psr, favorendo la creazione di una visione comune  tra Regioni, Stato, Associazioni agrituristiche e Organizzazioni di rappresentanza, con un  partenariato efficace, necessario e richiesto dall’Unione europea.   Il sistema unico di classificazione, recentemente adottato, deve rappresentare un  ulteriore incentivo al miglioramento qualitativo delle imprese agrituristiche, valorizzando i  loro diversi punti di forza: l’enogastronomia tipica, che oggi ha ampliato le sue possibilità  con il recente “decreto del fare”, la fattoria didattica e sociale, la fruizione delle  eccellenze paesaggistiche, ambientali, storiche e artistiche del nostro territorio. 
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