Il 29 ottobre sulla legge di stabilità, c’è stata l’audizione, presso le Commissioni Bilancio di Palazzo Madama e di Montecitorio, delle rappresentanze del mondo agricolo. Tra i temi centrali affrontati, quelli dell’Imu agricola, del cuneo fiscale e del regime di determinazione del reddito per le società agricole. Nel provvedimento varato nei giorni scorsi dal governo emerge che l’imposta sarà applicata nel 2014 pure ai fabbricati rurali e ai terreni agricoli, fatte salve le zone svantaggiate. Una posizione respinta da Agrinsieme, sostenendo ancora una volta che tale tassa è inammissibile perché, colpisce i beni produttivi, nel momento in cui le imprese cercano di impostare politiche di rilancio produttivo. Nel 2012, con l’introduzione dell’Imu, il settore agricolo ha sostenuto un aggravio superiore di 166 milioni di euro a quello previsto dal governo e che, di conseguenza, per il 2014 deve essere liberato di una parte della pressione fiscale almeno per pari importo. Per questo motivo abbiamo espresso soddisfazione per la cancellazione della prima rata del 2013 da parte del Parlamento. Adesso ci attendiamo che venga presa un’analoga decisione per la seconda, come ha assicurato in più occasioni il governo.

Per quanto riguarda, invece, il tributo sui servizi comunali (Trise) introdotto dal disegno di legge stabilità, Agrinsieme ha evidenziato che la Tasi (una delle due componenti del nuovo tributo) nella sua attuale formulazione verrebbe a colpire le aree edificabili, anche se oggetto di esercizio di attività agricola da parte di soggetti qualificati, quali i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, che al contrario dovrebbero essere escluse.

All’attenzione delle Commissioni Agrinsieme ha portato la riduzione degli oneri a carico delle imprese e che le eventuali deduzioni sulla base imponibile Irap di altri elementi che compongono il costo del lavoro, siano applicate anche ai rapporti di lavoro a tempo determinato stabili. Ossia, reiterati per più anni con lo stesso lavoratore,per almeno 101 giornate l’anno, come richiesto congiuntamente con i sindacati dei lavoratori negli avvisi comuni del 2009 e del 2012.

 

E’ stata, inoltre, sollevata la questione della tassazione delle società agricole, chiedendo che venga ripristinato il diritto di opzione per la determinazione del reddito su base catastale, abrogato dalla legge di stabilità 2013. Una disposizione introdotta dalla legge finanziaria 2007 con la finalità di dotare il settore agricolo di strutture di tipo societario per affrontare le sfide dello sviluppo e dell’internazionalizzazione, la cui abrogazione è in palese controtendenza con le attuali esigenze della nostra agricoltura.