Presentazioni e degustazioni, convegni e momenti artistici: sono state molte e di varia natura le iniziative della Cia al Vinitaly di Verona, che si è tenuto dal 22 al 25 marzo. Nello stand confederale dell'organizzazione, sotto lo slogan "il nostro mondo del vino, dentro e fuori la bottiglia", c'è stato spazio innanzitutto per gli incontri istituzionali, come quello tra il presidente Dino Scanavino e la rappresentante del CMB Karin Meriot per presentare i "laboratori di scoperta" su sei vitigni autoctoni italiani che la Confederazione terrà al prossimo "Concours Mondial de Bruxelles". L'Agia ha colto l'occasione per presentare un "Focus Marketing" ad hoc sull'universo dei giovani in agricoltura in collaborazione con Nomisma Wine Monitor, secondo cui gli oltre 24 mila produttori di vino "under 40" devono puntare sulla conquista dei mercati asiatici, in particolare la Cina, dove il consumo pro capite di vino triplicherà entro il 2023. Si è tenuta quindi la performance live di Maupal che, all'interno dello stand confederale, ha dipinto per 4 ore la sua "Genesi", un'opera che ha voluto rivisitare in chiave ironica ed enologica il peccato originale. Ma al Vinitaly la Cia non ha dimenticato neppure il suo impegno contro le mafie e con Libera ha tenuto un confronto-degustazione "al sapore di legalità". La degustazione, tra l'altro, è stata anche l'occasione per festeggiare il compleanno dell'associazione di Don Ciotti che il 25 marzo compie vent'anni e per onorare una collaborazione, quella tra Cia e Libera, che va avanti dal 2001.

 


Al Vinitaly Agrinsieme ha  organizzato un evento comune di approfondimento che consentirà di  analizzare le problematiche e le prospettive per il settore vitivinicolo con la riforma della Pac verso il 2020. L’incontro -che  si  svolgerà nell’Auditorium di Veronafiere domenica 6 aprile, a  partire dalle ore 15.00- sarà strutturato in due parti. La prima  prevede un intervento tecnico descrittivo delle novità che  la riforma della Pac ha introdotto nel settore. La seconda  consentirà il confronto sulle principali questioni sul tappeto con  una tavola rotonda tra i rappresentanti delle istituzioni  nazionali e comunitarie. All’iniziativa interverranno, fra gli  altri, il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il  presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento  europeo Paolo De Castro, il capo unità C.2 Direzione generale Agricoltura e Sviluppo rurale della Commissione europea Jesus Zorrilla. La relazione tecnica sarà tenuta da Roberta Sardone, dell’Istituto nazionale di economia agraria.

La Commissione  Ue ha presentato nuove proposte per regolamentare il settore biologico. Obiettivi sono quelli di garantire condizioni di  concorrenza eque per gli agricoltori e gli operatori, consentire al  mercato interno di essere più efficiente, mantenere e migliorare la  fiducia del consumatore verso i prodotti biologici.  Anche se alcuni aspetti vanno corretti, di particolare interesse è  l’abolizione di 37 dei 135 adempimenti imposti attualmente agli operatori. Nella proposta viene rafforzato il concetto  dell’approccio basato sul rischio in materia di controlli. Viene, inoltre, introdotta la  significativa novità della certificazione di gruppo.

Agrinsieme è tornato a  sollecitare il Parlamento a trovare al più presto una soluzione che permetta la soppressione dell’obbligo (introdotto dalla legge di stabilità) di comunicazione all’Amministrazione finanziaria delle operazioni ai fini Iva (il cosiddetto “Spesometro”) per i piccoli produttori agricoli, quelli, cioè, che non superano i 7 mila euro di vendite l’anno. La reintroduzione di questo obbligo è, infatti, una misura penalizzante che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le imprese. La sua soppressione, che non avrà oneri per la spesa pubblica, diventa urgente in quanto i piccoli agricoltori dal prossimo aprile sono tenuti agli adempimenti previsti dal provvedimento.

Per la CIA già nella votazione della Legge di Stabilità era indispensabile l'abolizione del cosiddetto spesometro per gli esonerati cioè la comunicazione all'ammi­nistrazione finanziaria delle operazioni ai fini Iva per i produttori agri­coli con giro d'affari inferiore ai 7mila euro. In realtà il provvedimento è en­trato e uscito più volte dal­l'impianto della Stabilità 2014. Dopo essere stato can­cellato dal decreto Sviluppo del 2013. Già al suo ingres­so nella nuova «Finanziaria» infatti c'era stato il parere negativo della commissione Agricoltura del Senato che l'aveva disattivato con un emendamento delle senatrici Pignedoli e Bertuzzi. Poi pe­rò nella stesura era riappar­so. La Coldiretti ha spinto molto sull'obbligo delle dichiarazioni finalizza­te a garantire trasparenza nei «movimenti» dei prodotti agricoli. Agrinsieme, ha insistito ribadendo che le dichiarazioni hanno come unico effetto quello di aggravare i costi del­le imprese che sono costrette a pagare le prestazioni per il servizio. Così ha dichiarato il coordinatore di Agrinsieme «Non è una que­stione di trasparenza ma è un pro­blema di costi e pesanti oneri burocratici a danno di tanti piccoli agricoltori. Chi, co­me il presidente della Coldiretti Moncalvo, si di­chiara favorevole alla reintro­duzione dello Spesometro (eliminato dal decreto svilup­po del 2013) non pensa agli interessi dei produttori, ma agisce solo contro di loro op­pure per altri fini che non sono certo quelli dell'agricol­tura, della sua crescita, della sua competitività». «Le motivazioni che han­no spinto alla reintroduzione di tale penalizzante provvedi­mento - spiega una nota di Agrinsieme - non rispondo­no assolutamente a una logi­ca di trasparenza e di traccia­bilità, come sostiene il presi­dente della Coldiretti. Da qui tutta la nostra opposizio­ne e il determinato impegno affinché, nel più breve tem­po possibile, possa essere cancellato un obbligo che comporterebbe, per le circa 400mila piccole aziende agri­cole operanti nel paese, un ulteriore aggravio di costi sti­mabili in diverse centinaia di euro».

Per 50 mila imprese agricole è blocco totale dei finanziamenti Ue. Il problema è stato causato dall’inchiesta, soprannominata ‘Bonifica’, della Guardia di Finanza. Il presidente confederale Dino Scanavino ha scritto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina chiedendo un pronto intervento che sblocchi tutte le posizioni, consentendo il pagamento degli aiuti spettanti da parte degli organismi pagatori. Il blocco può seriamente pregiudicare la possibilità, per le aziende interessate, di predisporre adeguatamente la domanda unica 2014 con un evidente impatto anche sulla prossima campagna Pac. Oltretutto, non si sono evidenziati elementi sufficienti a giustificare un provvedimento così severo e penalizzante. A sei mesi dall’indagine non ci sono più di dieci verbali di violazione amministrativa. Non solo. Dai primi ricorsi difensivi effettuati emerge la debolezza delle motivazioni utilizzate a supporto delle contestazioni.