Dopo tre anni di crolli dei prezzi agricoli, che hanno perso oltre il 20 per cento tra il 2008 e il 2010, finalmente cè una ripresa delle quotazioni sui campi. Ma il rialzo dei listini all'origine nel periodo gennaio-marzo, pur rappresentando una boccata d'ossigeno per le imprese, non è sufficiente a far ripartire i redditi dei produttori agricoli. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando le stime diffuse oggi dall'Istat sui prezzi dei prodotti agricoli nel primo trimestre 2011. I livelli raggiunti dai prezzi agricoli nei primi tre mesi dell'anno (più 3,5 per cento congiunturale e più 12,8 per cento tendenziale) non sono ancora remunerativi per gli agricoltori -spiega la Cia- poiché contemporaneamente sono continuati a crescere in maniera esponenziale i costi produttivi delle aziende. Solo nel primo trimestre 2011, come conferma oggi anche I'lstat, gli imprenditori del settore hanno dovuto "sborsare" il 12,6 per cento in più per energia e lubrificanti, il 13,1 per cento in più per i mangimi e il 14,6 per cento per i concimi. Di fatto, quindi, l'incremento dei prezzi allorigine tra gennaio e marzo non compensa 'incremento dei costi dei fattori produttivi -conclude la Cia-. Per ridare fiato ai redditi degli agricoltori (fermi al meno 3 per cento nel 2010 contro il più 14 per cento della media Ue) occorrono interventi mirati per ridurre oneri e gravami che penalizzano la competitività delle imprese agricole. 
(fonte: La repubblica del 27-05-2011) 
"Sbloccheremo i 20 milioni di euro destinati all'accisa del gasolio". L'impegno arriva direttamente dal sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Roberto Rosso che durante l'inaugurazione della 44° edizione di Demetra, in corso a Villa Le Pianore, a Capezzano (Lu), ha assicurato, alle imprese florovivaistiche ,risposte in breve tempo. Da mesi ormai l'accise del gasolio, schizzata dallo 0 al 22%, è al centro dei pensieri delle aziende florovivaistiche insieme al caro gasolio che ha costretto progressivamente molte aziende  a modificare produzioni e strategie. Una battaglia che le organizzazioni agricole,  e Cia in particolare, hanno sempre  rimarcato.  Un impegno, quello promesso dal Governo, che punta a ridurre il peso dell'accisa agricola ad un peso sostenibile dalle imprese agricole sempre più strette nella morsa dei costi di produzione e del dumping internazionale. 
E' nato l'Ente bilaterale agricolo nazionale (Eban). La nuova struttura, sede di confronto permanente tra le parti sociali, ha il compito di svolgere funzioni a sostegno delle imprese e dei lavoratori dell'agricoltura. L'Eban è stato costituito da Coldiretti, Confagricoltura, Cia e dai sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil. Alla presidenza è stato nominato Roberto Caponi, direttore Servizio sindacale della Confagricoltura. Al nuovo Ente vengono affidati compiti svolti in precedenza da una pluralità di organismi: l'Osservatorio nazionale, Agriform, la Commissione nazionale paritetica per le pari opportunità, il Comitato paritetico nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Inoltre dovrà assicurare prestazioni sanitarie integrative agli operai agricoli e florovivaisti, precedentemente erogate dal Fislaf. Il valore aggiunto del-l'Eban, secondo la Cia, consiste nella possibilità di avere una sede di confronto permanente, in grado di valorizzare e rafforzare ulteriormente le relazioni sindacali del settore. 
Un'etichetta che non deve "sedurre" o confondere, ma piuttosto dare più informazioni possibili sui prodotti alimentari, senza trucchi né inganni. Non si tratta solo di sapere luogo d'origine e provenienza del cibo: oggi il consumatore attento vuole conoscere la storia di quello che mangia. Per questo la Confederazione Italiana Agricoltori assieme a Vas Onlus hanno lanciato la proposta di un'Etichetta etica, una sorta di "curriculum vitae" che andrebbe ad affiancare la classica etichetta prevista dalla legge sui generi alimentari. L'idea dell'Etichetta etica è nata dai risultati di un'indagine che è stato svolto sul rapporto tra italiani e sicurezza alimentare. Secondo lo studio, ben il 91% dei consumatori chiede per il cibo un'etichetta semplice e di facile comprensione, ma con più informazioni rispetto ad oggi. In particolare, 1'83% degli intervistati preferisce il prodotto nazionale, soprattutto se tipico e tradizionale, ma dall'etichetta vorrebbe la garanzia dell'italianità di tutti gli ingredienti. Cia e Vas hanno quindi creato l'etichetta ideale. Le imprese che sceglieranno di dotarsi dell'Etichetta etica avranno quindi riportato sulla confezione: le generalità del produttore (non solo il Paese ma l'azienda d'origine); le generalità del trasformatore (quando diverso dal produttore); il metodo di coltivazione impiegato (industriale, biologico...); le dimensioni aziendali e le informazioni relative all'impatto ambientale (uso di acqua, di carburanti, di energie); il prezzo al produttore; l'origine dei semi per i prodotti dell'orto e quella dei mangimi per gli animali. In questo modo si possono portare alla luce modelli produttivi davvero virtuosi, che fanno bene all'agricoltura, alla salute e all'ambiente. Ma soprattutto fanno bene al consumatore.
Una intesa per rimodulare l entrata in funzione del Sistri , il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi è stata raggiunta ieri a tarda sera fra il ministero dell'Ambiente e le principali organizzazioni imprenditoriali, Confindustria e Rete Imprese. Il sistema partirà dal primo settembre prossimo. L'accordo, si legge in una nota del ministero dell'ambiente, «recepisce le esigenze evidenziate nelle ultime settimane dagli operatori del settore ribadendo il valore del Sistri quale importante strumento di legalità e trasparenza nel delicato campo dei rifiuti». «Abbiamo cercato e trovato una soluzione condivisa - afferma il ministro Stefania Prestigiacomo - nel comune intento di mettere in campo un sistema capace di coniugare trasparenza, semplificazione amministrativa, tutela della legalità. Un sistema che è stato pensato per agevolare il lavoro delle imprese non certo per complicarlo. Credo che la rimodulazione in chiave di progressività dell'entrata in vigore del Sistri sarà utile a collaudare al meglio il sistema e aiuterà le aziende a prendere confidenza con le nuove procedure elettroniche» Come funzionerà ?  il Sistri entrerà in vigore l' 1 settembre 2011 per produttori di rifiuti "più grandi" che abbiano più di 500 dipendenti, per gli impianti di smaltimento, incenerimento, etc. (circa 5.000) e per i trasportatori che sono autorizzati per trasporti annui superiori alle 3.000 tonnellate (circa 10.000). Dal 1 ottobre 2011 entrerà in vigore per i produttori di rifiuti medi che abbiano da 250 a 500 dipendenti e  "Comuni, Enti ed Imprese che gestiscono i rifiuti urbani della Regione Campania. 1 novembre 2011 è la scadenza invece per produttori di rifiuti piccoli che abbiano da 50 a 249 dipendenti; li dicembre 2011 per produttori di rifiuti che abbiano da 10 a 49 dipendenti e i trasportatori che sono autorizzati per trasporti annui fino a 3.000 tonnellate (circa 10.000). 1 gennaio 2012 , in ultimo, la scadenza prevista per produttori di rifiuti pericolosi che abbiano fino a 10 dipendenti.