La Cia e la sua associazione per l’agricoltura biologica, Anabio, hanno promosso l’iniziativa “Nutrire il suolo per nutrire il Pianeta”, illustrata il 28 ottobre in una conferenza stampa e approfondita in un convegno, il 31 ottobre, in Molise, presso l’azienda biodinamica “Fattoria di Vaira” (Termoli). Nei due incontri si è sostenuto che per arginare il fenomeno della desertificazione, che ogni anno erode oltre 10 milioni di ettari di terra arabile, servono più animali nelle campagne allevati in modo sostenibile. In Italia, possono nascere almeno 15 mila “allevamenti bio” entro il 2020, incentivati da una domanda sempre crescente dei consumatori che aumentano in percentuali “a doppia cifra” di anno in anno. D’altra parte, la stessa natura -è stato affermato- smonta da sola il paradigma che indica gli allevamenti quali forti responsabili dell’innalzamento delle emissioni di CO2. Al contrario, la zootecnia, praticata in modo sostenibile, contribuisce all’abbattimento dei volumi di anidride carbonica e favorisce la produttività della terra. A supporto di questa tesi c’è anche un recente rapporto della Fao, che si concentra sullo specifico e indica nell’allevamento biologico o biodinamico la possibilità di abbattimento del 30 per cento dell’emissione di gas serra.