Agrinsieme è intervenuto sull’aumento dell’Iva al 22 per cento, previsto per il prossimo primo  Luglio, con la massima determinazione, sottolineando che  questa eventualità avrebbe effetti pesanti sui consumi, già alquanto depressi, e sull’intero  sistema imprenditoriale. Il coordinamento Cia, Confagricoltura, e Alleanza delle cooperative italiane  agroalimentari è preoccupato soprattutto per le conseguenze sull’agricoltura e  sull’agroalimentare e più in generale per l’economia del Paese. E per questa ragione ha  firmato una “lettera-appello” inviata al presidente del Consiglio Letta e sottoscritta anche  da molte organizzazioni di imprese, dei servizi e della distribuzione, affinché si trovi una  soluzione che eviti impatti traumatici che rendano ancora più acuta la recessione.  Agrinsieme ha sottolineato che l’aumento dell’Iva, come confermato da stime  effettuate da centri studi e istituti specializzati, farebbe crescere i costi di 160 euro a  famiglia, fatto tanto più grave in considerazione delle 9 milioni di famiglie che versano in  situazioni di difficoltà economica, di cui 5 milioni a rischio povertà.  Nella “lettera-appello” si rileva che l’aumento dell’Iva avrebbe effetti sul settore  distributivo, su quello della produzione industriale, sull’agricoltura, sull’agroalimentare e sul  mondo dei servizi che operano sul mercato interno, con rilevanti conseguenze anche sui livelli occupazionali. Si andrebbe, in questa maniera, a deprimere la domanda interna,  che deve, al contrario, essere rilanciata come motore propulsivo della crescita e del Pil.  Da qui la richiesta al governo, pur in una situazione di difficoltà nel recuperare  risorse, di una soluzione definitiva a questo difficile problema, dando così un chiaro  segnale ai consumatori italiani e alle imprese che hanno ancora la volontà di investire nel  nostro Paese. Ma le parole del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni fanno apparire  difficile uno stop all’aumento dell’Iva. Sull’argomento il rappresentante del governo è stato  molto cauto e si è limitato ad affermare: “dobbiamo concentrarci sugli investimenti”. E  anche le affermazioni del ministro degli Affari regionali Graziano Delrio non sono  incoraggianti: “non dico che l’aumento di un punto dell'Iva sia inevitabile, ma bisogna  prima verificare l’equilibrio complessivo del bilancio”.