Dopo che a  margine del Consiglio europeo sia il primo ministro inglese David Cameron che quello  olandese Mark Rutte hanno espresso forti critiche, già esternate in precedenza dalla  Germania, il commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos ha ritirato la proposta  presentata la settimana scorsa che avrebbe comportato la sparizione delle oliere nei  ristoranti, sostituendole con bottiglie monouso per assicurarne la qualità. “Una decisione che -ha commentato il presidente della Commissione Agricoltura del  Parlamento europeo Paolo De Castro- ci lascia esterrefatti e che, purtroppo, s’inserisce in  un pericoloso solco che va contro il significato stesso di Europa”.  “Non mi piace usare certe schematizzazioni -ha sottolineato ancora De Castro- ma  è l'ennesimo caso in cui registriamo un arretramento dell’istituzione europea davanti ad  una spaccatura, con un Nord che vuole condizionare le scelte dei consumatori e che  banalizza tutto ciò che è qualità, almeno per come è intesa nel Mediterraneo, in una  deriva che spinge verso l’omologazione dei cibi”.  “E’ grave -ha proseguito- che una proposta di cui si parla da un anno, che fa parte  di un piano di azione più ampio per risollevare il settore, venga ritirata a causa di una  campagna stampa dai toni esasperati”. La retromarcia della Commissione europea sulla norma che vieta l’uso di  bottiglie senza etichetta e oliere anonime nei locali pubblici è -ha commentato la Cia in un  comunicato- una sconfitta per tutti i Paesi, come il nostro, che da sempre portano avanti  una dura battaglia contro le frodi e gli inganni a tavola. Ci stupisce ancora di più che  questo passo indietro avvenga subito prima dell’approvazione definitiva prevista per  giugno, in vista dell’entrata in vigore a partire dal primo gennaio 2014.  Una bottiglia d’olio extravergine su sei in Italia finisce sui tavoli di trattorie,  ristoranti e bar. Ed è necessario, pertanto, chiarirne l’origine, per garantire trasparenza ai  cittadini e per tutelare i produttori da falsi e sofisticazioni che “scippano” ogni anno al  “made in Italy” agroalimentare 1,1 miliardi di euro. Questa norma doveva mettere fine alle oliere anonime spesso riempite chissà  quante volte, magari spacciando per extravergine un prodotto di basso livello. In questo  modo, si voleva assicurare finalmente qualità, autenticità e origine dell’olio messo a  disposizione del consumatore finale, ma anche proteggerne la salute. Oltre ovviamente a  migliorare la sicurezza legata all’igiene del prodotto, grazie all’obbligo del tappo “anti  rabbocco”. Ancora una volta dobbiamo constatare che l’Europa ha scelto di bocciare una  norma appoggiata da ben 15 Paesi, tra cui i principali produttori come Italia e Spagna,  premiando, invece ,chi l’ha osteggiata fin dall’inizio come gli Stati del Nord, a partire da  Germania, Olanda e Inghilterra.