Risultati immagini per Mitigation the risks of the Plant Protection Products in the Environment

Nel 2013 è stato costituito il gruppo di lavoro MAgPIE (Mitigating the risks of the Plant Protection Products in the Environment) comprendente numerosi esperti provenienti da tutti i Paesi europei. Il gruppo è costituito da rappresentanti delle autorità competenti, degli enti valutatori e dell’industria. Il presente contributo intende condividere l’organizzazione del MAgPIE, lo stato dei lavori e le prospettive future. Le linee guida nazionali attualmente in vigore o in corso di definizione necessitano di una maggiore armonizzazione europea o almeno zonale. La mancanza di armonizzazione rappresenta un ostacolo all’applicazione delle procedure di autorizzazione degli agrofarmaci, così come descritte dal Regolamento (CE) 1107/2009. L’impiego degli agrofarmaci deve avvenire secondo modalità di applicazione che garantiscono elevati standard di sicurezza per l’uomo e per l’ambiente. Questo concetto è sancito dal Regolamento (CE) n. 1107/2009, la norma di riferimento per gli agrofarmaci ed è alla base delle scelte di tutti i soggetti responsabili della difesa fitosanitaria delle colture agrarie; soggetti che vanno dalle aziende produttrici di agrofarmaci fino agli utilizzatori, passando per le autorità competenti europee, nazionali, regionali e per gli enti valutatori. Negli ultimi anni sono state identificate diverse misure di mitigazione dei rischi (MMR) connessi all’impiego di agrofarmaci; tali misure hanno in comune l’obiettivo di ridurre la quantità di prodotto che raggiunge ambiti ambientali diversi da quelli per cui viene utilizzato come ad esempio le acque supeficiali e sotterranee e gli organismi non-target. L’individuazione e l’adozione delle MMR più appropriate rapprensenta la sfida più importante per l’agricoltura sostenibile dei prossimi anni; infatti, se da una parte esse devono garantire adeguatamente gli standard qualitativi di comparti ambientali fondamentali per la vita dell’uomo, dall’altra non devono alterare il beneficio agronomico derivante dal trattamento fitosanitario, strettamente collegato al ritorno economico dell’imprenditore.Quest’ultimo è il soggetto a cui è demandata l’adozione delle MMR ed è quindi corretto non trascurare la “praticabilità” economica e tecnologica della misura stessa. Le misure di mitigazione devono quindi concretamente contribuire alla riduzione del rischio, ma allo stesso tempo devono essere sufficientemente flessibili per consentire la loro più ampia diffusione in campo. Il Regolamento delega la gestione del rischio agli Stati membri e ciò comporta una grande variabilità di approccio fra i Paesi europei. Se da una parte è corretto che ogni Paese prenda in modo autonomo le decisioni relative alle priorità ambientali individuate a livello nazionale, è anche logico che le MMR siano applicate nello stesso modo in ogni Paese. Nel 2013 è stato costituito il gruppo di lavoro MAgPIE (Mitigation the risks of the Plant Protection Products in the Environment) che risponde proprio a questa necessità di armonizzazione delle MMR. MAgPIE ha individuato tre aree di attività fondamentali:

1) creazione di un inventario di tutte le misure di mitigazione diffuse in Europa;

2) identificazione per ognuna di esse della percentuale di riduzione del rischio;

3) approfondimento della praticabilità tecnologica, economica ed agronomica delle diverse soluzioni.

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Sulla scorta degli incoraggianti risultati in termini di riduzione della deriva, ottenuti negli scorsi anni con la tecnica di applicazione della miscela da un solo lato del filare sulle file in prossimità della zona “sensibile”, si è voluto verificarne l’effetto relativo all’efficacia verso le principali malattie del melo. I dosaggi di miscela da distribuire sono stati realizzati variando la dose distribuita da inizio stagione alla fioritura, fino al massimo sviluppo vegetativo, secondo il modello Tree Row Volume e le regolazioni delle attrezzature sono state definite in modo da mantenere costante il dosaggio ad ettaro anche per quei filari che ricevevano il trattamento solamente da un lato. I risultati delle prove di efficacia biologica, seppur preliminari, hanno evidenziato una tendenziale riduzione nel contenimento delle malattie sulla vegetazione, ma non sulla produzione. Con particolare riferimento alla ticchiolatura, la scarsa virulenza osservata sulla produzione dei testimoni non trattati, non ha consentito di evidenziare differenze significative fra le varie modalità di applicazione messe a confronto.