Bandiera Verde Agricoltura 2021, il Premio di Cia-Agricoltori Italiani ai nuovi campioni dell'agricoltura va anche a un’azienda di Montelparo, il Casale Vitali con le sue vigne a 350 metri sul livello del mare a ridosso degli Appennini, in pinea zona cratere.
Un premio che ha acceso un focus sulle aree interne, dando spazio a quell'Italia agricola già pronta alla transizione ecologica e digitale che chiede l'Europa, oltre a essere il motore produttivo delle aree rurali del Paese che fanno la qualità certificata e l'unicità territoriale del Made in Italy.
Non bisogna mai dimenticare che le aree interne comprendono il 53% dei Comuni (4.261), pari a circa il 60% della superficie nazionale, con una popolazione di oltre 11 milioni di persone che, nonostante mille difficoltà infrastrutturali e nei servizi, non intendono abbandonare colline e boschi dove, non a caso, si sviluppa circa il 40% delle aziende agricole.
Temi come tutela delle foreste contro il cambiamento climatico, salvaguardia del suolo contro il dissesto idrogeologico, risparmio idrico e basso impatto ambientale grazie alle nuove tecnologie, ma anche equità e dignità sociale, rilanciati dai recenti G20 e Cop26, trovano, dunque, lungo la dorsale appenninica e tra le sue imprese agricole, molti casi esemplari che meritano premi, ma anche sostegno concreto.
A vincere Bandiera Verde Gold, il premio assegnato al «campione dei campioni» fra tutti i premiati di quest'edizione, l'Azienda Agricola «Magisa» che dal 2004 esalta le qualità organolettiche del riso coltivato nella Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, lavorato con sistema del tutto artigianale e gestendo l'intero ciclo della filiera per un alimento unico e meritevole di brevetti esclusivi per la Calabria.
Ma a stupire è stata la cantina fermana per la sua produzione di Sangiovese di Montelparo. “Hanno saputo valorizzare i vigneti locali, ben ventilati e soggetti a una buona escursione termica, tra mare e montagna, tale da favorire la giusta maturazione ed esplosione di profumi e sapori in un vino bianco da bacca rossa attraverso un’ossidazione controllata della parte antocianica del mosto stesso”. Un processo produttivo che in Italia si fa con altri vitigni ma non con il sangiovese.
La scelta del rosso che diventa bianco è diventata Deviango, che in dialetto fermano significa “una persona che si veste di bianco”. Per gli esperti di ‘WineNews’ è un bianco fresco, profumato, con la caratteristica particolare che ha gli aromi dell’uva rossa ma dal colore bianco. un vino che tra l’altro può invecchiare senza problemi, migliorando anno dopo anno. Ma non basta perché il titolare Gabriele Vitali, terza generazione, è stato in grado di fare squadra con i ‘vicini’, le aziende Geminiani, Vittorini e Di Ruscio. (da "https://www.laprovinciadifermo.com/")