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In due differenti areali piemontesi,  si è valutata l’efficacia di rame idrossido impiegato a dose piena e dimezzata, quest’ultima anche abbinata a prodotti riconducibili ad induttori di resistenza e corroboranti (alcuni di questi impiegati anche da soli), con l’obiettivo di ridurre, talvolta anche sensibilmente, la quantità di rame metallo distribuita in vigneto. In entrambi i campi sperimentali la malattia si è sviluppata gradualmente, soprattutto in stagione avanzata quando, tra luglio e agosto, ha colonizzato in maniera importante l’apparato fogliare del testimone, consentendo una buona valutazione dei prodotti impiegati. Le maggiori differenze si sono ottenute nella prova su Chardonnay, dove la pressione infettiva è risultata un poco più elevata. Ne è scaturita la buona affidabilità del rame distribuito a dose piena a cui si sono adeguati statisticamente uno dei due gluconati di rame e il gluconato di rame + alghe. La medesima efficacia è risultata per tutte le miscele di rame a mezza dose con i vari induttori di resistenza. Si sono distaccati negativamente il rame da solo applicato a mezzo dosaggio, uno dei due gluconati di rame e l’alginato di rame carbossilato. Insufficiente invece il risultato offerto da entrambe le tesi a base di estratti vegetali e propoli che invece, in miscela col rame, avevano fornito buoni risultati.