Dal  1° gennaio  2013 sono entrate in vigore importanti novità in materia di  compilazione dei documenti di accompagnamento dei prodotti vinosi. Dal  1° agosto 2013 sparirà il doco/it e sarà sostituito dal nuovo  DA  elettronico anche per le aziende rientranti nel regime di “piccolo produttore” (cioè produttore che negli ultimi 5 anni ha prodotto mediamente meno di 1000 ettolitri di vino). Fino al  31/07/2013 sarà possibile continuare ad emettere i documenti fino ad oggi utilizzati, purché debitamente integrati con le informazioni obbligatorie  previste. Si deve riportare sui ddt e/o documenti di accompagnamento  (doco) la seguente scritta:

- per i vini d.o.p (doc, docg): “il presente documento vale quale attestato di denominazione di origine protetta”, seguita dal numero del codice: “ebacchus”;

- per  i vini i.g.p. (igt):  “il presente documento vale quale attestato di  indicazione geografica protetta” seguita dal numero del codice: “ebacchus”;

Il codice e-bacchus è un codice attribuito alle dop e igp ed visibile  su questo Link;

- nel caso dei soli vini a d.o.p.: in aggiunta, alle informazioni  indicate sopra, dovranno essere riportati:

- il riferimento ai dati identificativi della certificazione, rilasciata dall’organismo  di controllo incaricato,

- il nome e l’indirizzo elettronico del’organismo di controllo medesimo (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

- per i vini generici varietali e/o con annata la frase da annotare è rispettivamente : “ il presente  documento vale quale certificazione della varietà di uve da vino (esempio vino chardonnay) a norma  dell’art 118 septvicies del reg cee 1234/2007” oppure “ il presente documento vale quale certificazione  dell’annata di raccolta,  a norma dell’art 118 septvicies del reg cee 1234/2007”.

 

Nasce “Agrinsieme”, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).
I Consigli direttivi delle cinque organizzazioni hanno svolto oggi una riunione congiunta in cui è stato sottoscritto l’accordo interassociativo che ha dato vita ad Agrinsieme. Contestualmente, è stato nominato coordinatore il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi, che resterà in carica per la durata di un anno come previsto dal documento congiunto siglato oggi.
“Una parte assai significativa del mondo della rappresentanza agricola unifica le strategie e si propone come interlocutore nei confronti della politica”, così hanno sottolineato in un incontro stampa i presidenti delle cinque sigle. Il modello organizzativo è quello del Copa-Cogeca, il momento di raccordo  europeo tra tutte le sigle del settore agricolo e cooperativo dei Paesi membri, che è interlocutore unitario della Commissione e del Parlamento della Ue”.
“Agrinsieme - hanno ribadito Politi, Guidi, Gardini, Luppi e Buonfiglio -  rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati,  ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme rappresenta, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente”.
Agrinsieme lavorerà per la diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione. Il programma economico in corso di stesura, a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione.
La strategia sindacale coordinata di Agrinsieme avrà una ricaduta anche sulle politiche locali e settoriali, dal momento che si realizzeranno coordinamenti territoriali e per singole filiere produttive. È stata definito un primo programma di lavoro in quattro punti: - Politiche di rafforzamento dell’impresa per favorire l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito (puntando pure su politiche innovative relative a strumenti assicurativi e fondi mutualistici). - Sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative, la semplificazione del meccanismo AGEA e la revisione del sistema SIN,  l’ unificazione di competenze sia in ambito nazionale sia regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese. - Politiche di corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), per coniugare produttività e sostenibilità, valorizzare il ruolo delle aziende agricole, anche nel campo dei servizi eco-ambientali, sviluppare “agroenergie rinnovabili” (biomasse) e nuove opportunità della “chimica verde”. Aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.

È stato firmato il decreto interministeriale 'Attuativo del regime di sostegno alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni' dal Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini. Il decreto, per quel che riguarda in particolare il comparto agricolo, prevede il finanziamento di interventi per aumentare l'efficienza energetica termica, attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili da biomasse. Sono previsti incentivi per la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento, compresi quelli a servizio delle serre e dei fabbricati rurali, di potenza fino a 500 kW, alimentati prevalentemente a carbone o gasolio, con stufe, termo-camini o caldaie alimentati a biomasse. Con l'intesa della Conferenza unificata dello scorso 6 dicembre, sono state introdotte anche le seguenti ulteriori opzioni: l'innalzamento del limite da 500 a 1.000 kW, con un budget dedicato di massimo 30 milioni di euro; l'incentivazione all'installazione anche di impianti nuovi in fabbricati rurali di proprietà di aziende agricole; la sostituzione - nelle aree non metanizzate - degli impianti a GPL, a condizione che il nuovo impianto a biomasse abbia emissioni ridotte rispetto ai massimi previsti. Il presidente Massimo Sandroni commenta così la notizia: "Il provvedimento  sul conto termico avrà delle ricadute positive sulle aziende agricole. L'inserimento delle serre e dei fabbricati rurali realizza un pieno riconoscimento del settore primario nella produzione di energie rinnovabili".


Comunicato AIEL del 03/01/2013

Nella Gazzetta Ufficiale n°1 del 2 gennaio 2013 supplemento ordinario n°1 è stato pubblicato il  Decreto 28 dicembre 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico che porta il titolo:  “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni” più comunemente conosciuto come “Conto Termico”. Atteso da un anno e mezzo, il decreto attuativo che entra in vigore oggi 3 gennaio, ha avuto un lungo percorso di elaborazione, discussione e messa a punto che ha visto coinvolti il Ministero dello Sviluppo Economico, con un ruolo di regia e coordinamento principale, il Ministero dell’Ambiente e quello dell’Agricoltura e Foreste. Infine, l’iter ha interessato anche  la Conferenza Unificata Stato-Regioni.  Il decreto istituisce un sistema di incentivi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi nel campo dell’efficienza energetica. I beneficiari dell’incentivo per la termica da rinnovabili sono i soggetti privati (sia le persone fisiche sia i titolari di reddito di impresa o reddito agrario)  e le pubbliche amministrazioni. Gli interventi finalizzati ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici (come ad esempio l’isolamento termico) sono riservati unicamente alle pubbliche amministrazioni, perché i privati sono già beneficiari delle detrazioni fiscali. Per il settore delle biomasse sono previsti incentivi per apparecchi domestici e caldaie alimentati a biomasse e installati in sostituzione di impianti di climatizzazione invernale già esistenti, alimentati a gasolio, olio combustibile, carbone e  a biomassa. Il riscaldamento deve essere al servizio di edifici che siano iscritti al catasto o per i quali sia stata presentata la richiesta di  iscrizione, compresi quelli rurali e le relative pertinenze. Anche le serre esistenti possono rientrare tra gli edifici da riscaldare con generatori a biomasse e  quindi ammissibili al Conto Termico. Per le sole aree non metanizzate i benefici sono estesi anche alla sostituzione, con apparecchi o impianti a biomasse, di generatori alimentati a GPL ma in questo caso il richiedente deve essere una azienda agricola che svolge attività agroforestale e la tecnologia installata deve garantire le  migliori prestazioni per la limitazione delle emissioni. Per le aziende agricole, oltre a quanto già  detto, è  previsto l’incentivo  anche alla nuova installazione di apparecchi domestici e impianti alimentati a biomassa. Il contributo sarà erogato in due annualità per apparecchi e caldaie a biomassa fino a 35 kW di potenza termica,e in cinque anni per le caldaie da 36 a 1.000 kW. Il decreto ha previsto un riconoscimento economico  per ogni kW termico destinato al riscaldamento e prodotto da fonti rinnovabili. Il sistema di calcolo dell’incentivo si basa sulle sei fasce climatiche nelle quali è ripartito il territorio nazionale (da A a F), corrispondenti al diverso numero di giornate mediamente utilizzate per il riscaldamento e che tengono conto delle diverse  temperature medie invernali. A titolo esemplificativo, un stufa a pellet di 10 kW potrà beneficiare di un incentivo cumulato in due anni pari a 679 € se l’edificio si trova a Bari, 864 € a Firenze, 1.049 € a Bologna, 1.111 € in zona montana come Belluno. Nel caso di una caldaia di 50 kW alimentata a biomasse, il contributo complessivo in cinque anni potrà raggiungere 5.500  € se installata a Cosenza, 7.700 € a Roma 8.500 € a Torino e 9.000 € se installata  a Cuneo. Nel caso di un impianto di dimensioni maggiori alimentato a cippato e al servizio di un insieme di  edifici pubblici e/o privati, ipotizzando una potenza di 500 kW, l’importo dell’incentivo cumulato in  5 anni sarà compreso fra 42.500 € per le fasce climatiche più calde fino e 90.000 € per le zone più fredde della penisola. È stato inoltre previsto un sistema premiante per apparecchi e caldaie a biomassa che dimostrano di raggiungere i migliori risultati in termini di riduzione delle emissioni di polveri totali. In questo caso il premio potrà aumentare del 20 o del 50% a seconda della riduzione dei livelli emissivi. L’accesso al sistema incentivante è riservato ad apparecchi e caldaie che hanno acquisito la certificazione di conformità agli standard europei e che garantiscono precisi limiti emissivi. Nel  caso di tecnologie alimentate a pellet sarà necessario che il combustibile utilizzato sia certificato A1 o A2 ai sensi della norma UNI EN 14961-2. La manutenzione dei generatori e della canna fumaria sarà obbligatoria con cadenza biennale e  dovrà essere dimostrata conservando le fatture delle prestazioni effettuate da personale  qualificato.  Il presidente di AIEL Marino Berton esprime soddisfazione per la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale per il quale l’associazione si è molto impegnata, dichiarando “Si tratta di un importante risultato che per la prima volta in Italia assegna un incentivo specifico alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Confidiamo che nelle prossime revisioni del testo siano introdotti alcuni auspicati miglioramenti, rivolti soprattutto alla qualità del cippato e della legna da ardere, affinché la professionalità degli operatori forestali sia promossa e riconosciuta.  Nel complesso il provvedimento, per i suoi contenuti anche per il comparto delle biomasse, rappresenta uno degli interventi più qualificati e  innovativi per il sostengo alla termica da rinnovabili a scala europea che, oltre a benefici ambientali e sociali, contribuirà allo sviluppo economico delle imprese e degli operatori del settore”

Pubblicazione Risparmio energetico e biomasse agroforestali per il riscaldamento delle serre

Si allega di seguito il protocollo d’intesa sul servizio di ritiro delle carcasse degli animali deceduti in azienda firmato dalla Confagricoltura, Cia, Copagri e la ditta Pelli Grezze Centro Italia Srl  e il relativo listino prezzi.

Protocollo Intesa

Listino

Caro socio, cara socia,

come probabilmente già saprai, dal 24 ottobre qualsiasi vendita di prodotti agricoli deve essere accompagnata da un contratto scritto. L’obbligo del contratto scritto, introdotto dalla legge 27/2012, è di particolare interesse per i produttori agricoli, in quanto li pone in una posizione di maggiore forza contrattuale nei confronti dei rispettivi acquirenti, esigenza questa più volte evidenziata dalla Confederazione Italiana Agricoltori.

La nuova legge impone all’acquirente termini di pagamento inderogabili (30 giorni per i prodotti deteriorabili, 60 per i non deteriorabili), pena l’applicazione di pesantissime sanzioni, ed interessi di mora che attualmente ammontano al 10%. Sanzioni rilevanti sono disposte anche per l’eventuale applicazione di pratiche commerciali sleali, tra le quali, la richiesta di emettere la fattura in termini predeterminati, o per importi “sottocosto”.

In un primo momento questo “adempimento” potrà risultare gravoso anche i produttori agricoli verso cui la legge rivolge le maggiori attenzioni e dispone concreti vantaggi; con l’assistenza dei nostri Uffici confidiamo di rendere la sua applicazione relativamente facile.

Per questo ti invitiamo a leggere con attenzione quanto riportato nella informativa che segue ed a rivolgerti presso i nostri uffici ogni qualvolta ritieni di avere bisogno di chiarimenti.

Il presidente CIA Ascoli –Fermo

Dott. Agr. Massimo Sandroni

Informativa