Dove si concentra l'innovazione digitale nelle imprese agricole italiane? I dati dell'Osservatorio evidenziano una prevalenza delle tecnologie orientate alla gestione e all'analisi del dato mentre è ancora scarsa la diffusione di veicoli e attrezzature smart ed è molto marginale l'utilizzo del cloud. L'attenzione, oggi, è di gran lunga concentrata sulle fasi produttive nel campo (coltivazione, raccolta e semina) mentre pianificazione, logistica e gestione del magazzino (e quindi le applicazioni che attengono all'ambito dell'Internet of Farming) sono prese in considerazione solo in modo sporadico e limitato. In generale, in un settore che conta di oltre un milione e 600mila imprese agricole (prevalentemente di piccole dimensioni) la percentuale di quelle informatizzate si ferma al 4%. 
Questo alla base della ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood realizzata a quattro mani dal Politecnico di Milano e dal Laboratorio Rise dell'Università degli Studi di Brescia utile a comprendere la rivoluzione che sta interessando il settore agricolo e tutta la filiera del food. Si parla di smart agricolture e di precision farming perché per monitorare allevamenti e colture entrano in gioco Big data e sensori, strumenti di analytics e droni, Internet of Things e machine learning. Si parte dai dati raccolti nei campi, nelle serre e lungo la filiera per attivare un processo di sviluppo e di connessione che contempla vari elementi: il prodotto e la produzione, il territorio e l'ambiente, le reti di logistica e quelle commerciali, le risorse umane dell'impresa e i servizi di delivery. E agricoltura 4.0, insomma, non è finalizzata alla sola riduzione dei costi e all'aumento di efficienza, pur restando questi obiettivi sempre e comunque importanti. Le tecnologie digitali, dicono gli autori dello studio, hanno la capacità di alzare il livello di innovazione di tutta la filiera e di abilitare lo sviluppo di nuovi modelli di business. 
Sull'argomento  il direttore della CIA di Ascoli Piceno dott. Massimo Sandroni afferma : L'agricoltura di precisione di oggi non è quella pionieristica degli anni Novanta, è molto più evoluta perché ha preso consistenza lo sviluppo del cosiddetto "Internet of Farming" per l'integrazione dell'intera filiera, grazie alla possibilità di raccogliere e scambiare i dati. Trattori self-driving dotati di sistemi Gps che rendeno più efficiente il processo di semina e raccolto; sensori installati a bordo delle attrezzature per gestire con le tecnologie IoT la manutenzione predittiva; algoritmi di intelligenza artificiale per l'analisi dei dati meteorologici; droni per mantenere lo stato di salute delle coltivazioni; dispositivi indossabili per gestire i dati legati alla salute degli animali nella zootecnia; soluzioni di tracciabilità basate sul blockchain: sono i pilastri dell'attuale paradigma 4.0, che ci proietteranno nell'era dell'agricoltura 5.0.