Parlare di biodiversità significa affermare la diversità positiva dell'agricoltura italiana. Il nostro Paese infatti, con un trentesimo della superficie Ue, detiene il 50% della biodiversità vegetale e il 30% di quella animale del continente europeo. Un patrimonio che va celebrato, ma soprattutto salvaguardato, rappresentando un valore aggiunto della produzione agricola che merita di essere sostenuto, anche economicamente. Lo afferma il presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, ricordando che domenica 22 maggio ricorre, come ogni anno, la "Giornata Mondiale della Biodiversità". Oggi il crescente rischio di estinzione che sta interessando numerose e importanti varietà agro-forestali, è ormai acclamato: oltre un quinto del totale delle specie presenti in Italia sono a rischio di estinzione. Il 60% delle specie e il 77% degli habitat in Europa sono in uno stato di conservazione "non favorevole" -sottolinea Scanavino-. Un fenomeno che assume una dimensione preoccupante nelle zone meno sviluppate del pianeta, dove il mantenimento della biodiversità agraria, inteso come produzione e conservazione delle sementi tradizionali, è un elemento di importanza vitale per combattere la povertà e la fameBiodiversità: è patrimonio della nostra agricoltura che va celebrato ma soprattutto salvaguardato. Per questo celebrare, ma soprattutto proteggere la biodiversità è fondamentale. Per questo crediamo molto nella legge nazionale in materia, che fina lmente ha definito un quadro normativo unico -ricorda il presidente della Cia- prevedendo misure fondamentali per la difesa e la valorizzazione della biodiversità, come l'istituzione di un'Anagrafe nazionale "ad hoc" e l'avviamento del Fondo per la tutela della biodiversità a sostegno delle azioni degli "agricoltori custodi". D'altra parte la Cia, da sempre, fa della tutela della biodiversità il fondamento della sua visione dell'agricoltura. Perché biodiversità significa adesione a un progetto di sviluppo sostenibile, ma anche riaffermazione della centralità agricola e dell'agricoltore come imprenditore "multiruolo" -conclude Scanavino- capace cioè non solo di produrre dai campi ma di preservare l'ambiente, di qualificarlo attraverso l'attività turistica, di costruire sistemi territoriali capaci di rispettare la natura.