Lo stato di salute e le prospettive future dell’ortofrutta italiana ed emiliana sono state al centro dell’iniziativa promossa dalla Cia a Faenza il 7 maggio animata da rappresentanti del mondo produttivo e istituzionale. Dopo aver tracciato il quadro caratterizzante il trend di mercato e le dinamiche settoriali, i lavori si sono concentrati sulle principali traiettorie di crescita e sviluppo competitivo, anche in considerazione dei rischi e delle minacce che caratterizzano l’ortofrutta italiana e regionale. “L’ortofrutta è un tema complesso che va affrontato sotto tutti gli aspetti e da tutti gli attori, agricoltori e istituzioni, ognuno nel proprio ambito ma nell'ottica del dialogo, con concretezza e lungimiranza -ha detto il presidente di Cia Ravenna, Danilo Misirocchi-. Le aziende sono preparate per fare agricoltura; devono essere pronte a scommettere, innovare. Noi come produttori dobbiamo fare la nostra parte, come singoli, come rappresentanze sindacali, come strutture economiche, come aggregazioni”. La regione Emilia Romagna, per mezzo dell’assessore all'Agricoltura, Simona Caselli, ha sottolineato l’importanza del sistema ortofrutticolo emiliano-romagnolo all’interno dell’economia agroalimentare nazionale e comunitaria: “In Italia -ha dichiarato- siamo primi per superficie coltivata e per produzione lorda vendibile. Tra le nostre eccellenze le pere, il pomodoro da industria, le pesche, il kiwi. Siamo anche una delle regioni più avanzate dal punto di vista dell’aggregazione come Op e come Aop”. Tuttavia, per competere con successo sui mercati globali la strada è una sola: fare un salto di qualità sul fronte dell’organizzazione. A tirare le somme dell’iniziativa è stato il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino, che ha posto anche lui l’accento sulla necessità di aumentare il livello di organizzazione. Nonostante i passi avanti compiuti dal settore in termini di organizzazione sotto la spinta della normativa europea, la filiera ortofrutticola continua a essere caratterizzata dalla mancanza di equilibrio. “Occorre che ci sia uno sforzo da parte delle istituzioni per definire e avviare rapidamente una riorganizzazione economica del settore - ha evidenziato Scanavino- che promuova l’aggregazione del prodotto e la qualificazione dell’offerta e che assicuri un rinnovato protagonismo in termini di ruolo e delle funzioni svolte dalle imprese agricole”. Oltre a ciò, il presidente della Cia si è soffermato sul tema della gestione delle crisi: “Le crisi estive degli anni recenti, da ultima quella del 2014, inasprita anche dal bando alle esportazioni Ue imposto dalla Russia, hanno dimostrato l’insufficienza delle misure esistenti soprattutto perché adottate dopo che le crisi avessero manifestato i loro effetti negativi. È necessario definire e attuare un’azione ex-ante con il contributo degli altri Stati dell’Unione. Il memorandum siglato lo scorso anno da Italia, Spagna e Francia può essere una buona base di partenza per avviare una strategia di prevenzione, di allerta, e, in caso di crisi, di pronto intervento -ha concluso-. L’ortofrutta è uno dei settori più importanti del nostro sistema agroalimentare, merita tutte le nostre attenzioni e i nostri sforzi”.