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Bisogna portare ai massimi livelli istituzionali la mobilitazione di Agrinsieme, dopo le numerose iniziative che si sono svolte su tutto il territorio per esprimere la contrarietà degli agricoltori nei confronti di un'imposta ingiusta, iniqua e trattata in modo schizofrenico dal governo, qual è l'Imu. Ecco perché il 25 marzo ci sarà l'incontro di una delegazione di Agrinsieme con la Conferenza Stato-Regioni: una scelta determinata dall'anticipo della riunione dell'organismo e dalla disponibilità del presidente Sergio Chiamparino di ricevere nell'occasione i rappresentanti del coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari. Ma soprattutto, il 31 marzo, sono previsti tre presidi presso la Camera, il ministero dell'Economia e il ministero dell'Agricoltura, nonché incontri con ministri e parlamentari per discutere dei problemi che affliggono il comparto, a partire proprio dalla necessità di mantenere aperto un tavolo che riveda in modo serio e coordinato il tema della fiscalità in agricoltura.

 

Dopo l'approvazione in Senato, il dl 4/2015 sull'Imu agricola è passato all'esame di Montecitorio: la commissione Agricoltura della Camera ha espresso parere favorevole al provvedimento e ora il decreto è nelle mani della commissione Finanze, che però finora ha respinto tutti gli emendamenti esaminati. Intanto la Cia, singolarmente e con Agrinsieme, non ha fermato la sua mobilitazione sul territorio. Il 9 marzo, infatti, migliaia di agricoltori sono scesi in Piazza Libertà a Bari, davanti al Palazzo del Governo, per partecipare al sit-in di protesta organizzato da Agrinsieme Puglia assieme alla Copagri. Nell'occasione è stato presentato un documento politico in 13 punti con le proposte e le richieste del coordinamento tra Cia, Confagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari per far fronte alla difficile situazione del comparto: c'è la contestata Imu, ma anche la questione del gasolio agricolo, i ritardi su Pac e Psr, la semplificazione burocratica e l'emergenza Xylella fastidiosa. "Gli agricoltori non vogliono continuare a essere considerati come una categoria assistita -si è detto nel corso della manifestazione- ma come aziende a cui applicare norme che consentano di operare con dignità ed equità fiscale". E netta contrarietà all'Imu, anche dopo le modifiche al dl approvate dal Senato, è stata espressa dall'Agia in Ufficio di Presidenza: "Basta slogan sul sostegno ai giovani agricoltori se poi si tassa anche la terra per coltivare -ha spiegato l'associazione 'under 40' della Cia-. Con questa imposta iniqua che grava non sulla produzione, ma sullo strumento primario per produrre, non ci sarà alcun ricambio generazionale. In questo modo il Governo scoraggia l'ingresso dei giovani nel settore, o li costringe a gettare la spugna cercando un'alternativa meno rischiosa dal punto di vista economico".